Ermolli confida al Cav: cordata in panne, è meglio Air France
Ermolli ha consultato molte aziende (tra cui il fondatore di Air Europe Lupo Rattazzi) e ottenuto discrete aperture di credito per incassare la «fiches» da piazzare su Alitalia. Ma non basta. L'operazione è molto più complessa dal punto di vista industriale e solo una grande compagnia aerea potrebbe gestire una ristrutturazione. Ermolli lo ha capito e non disdegna l'ipotesi Air France-Klm a patto che garantisca una maggiore valorizzazione per Malpensa. Non a caso Berlusconi non chiude più la porta ai francesi ma ribadisce l'importanza «che Alitalia resti la compagnia di bandiera italiana e che le decisioni vengano prese in Italia. Se Air France dovesse ritornare al primitivo progetto di un'Alitalia con pari dignità rispetto alle altre due compagnie, con direzione italiana, è un'ipotesi di cui si può discutere. È un'ipotesi di cui si può discutere e di cui sarò lieto di discutere, una volta che avrò l'incarico e sarò a Palazzo Chigi anche con il presidente francese Nicholas Sarkozy». Così l'obiettivo prioritario è trovare una soluzione bipartisan per garantire la massima continuità aziendale che consenta di completare la privatizzazione in tempi brevi. A Palazzo Chigi si sono dati appuntamento il sottosegretario dimissionario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, il sottosegretario dimissionario all'Economia Massimo Tononi, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e futuro vice premier Gianni Letta e il presidente di Sinergica Bruno Ermolli. Sul tappeto resta in pole position l'ipotesi Air France-Klm ma vengono battute anche altre piste. Non quella russa di Aeroflot che ieri ufficialmente si è chiamta fuori dalla gara anche se l'incontro in Sardegna tra Berlusconi e Putin potrebbe riservare delle sorprese. Tramontata anche la cordata italiana, restano solo altre due opzioni poco realistiche: AirOne sostenuta da Intesa SanPaolo oppure la tedesca Lufthansa.