Gabriele Santoro g.santoro@iltempo.it Se saranno il ...
Una fetta d'elettorato (3,3 per cento in Campidoglio, quasi 4,8 a Palazzo Valentini) che può essere risolutiva per far trionfare l'uno o l'altro candidato. L'altra sera Pierferdinando Casini ha lanciato l'idea delle primarie: sarà la base a decidere con chi allearsi nell'aut-aut di fine aprile. Di certa per ora c'è solo la data - domani - ma sulle modalità di svolgimento, e soprattutto sulle previsioni dei risultati, le bocche restano cucite. Gli occhi di tutti, anche quelli dell'Osservatore Romano («Saranno determinanti le alleanze», scrive il giornale del Vaticano), sono su di loro. Meglio prender tempo. Intanto ieri pomeriggio i candidati Udc a Comune e Provincia Luciano Ciocchetti e Armando Dionisi hanno incontrato Cesa e lo stesso Casini. «Voteranno i candidati ai Municipi, in Provincia e gli amministratori eletti - spiega Dionisi al termine del vertice - e il risultato finale varrà sia per Roma sia per la Provincia. Ci sembra giusto coinvolgere quelli che si sono spesi per la campagna elettorale». Pronostici, per ora, non se ne fanno: «Ogni dirigente ha la sua idea - nicchia Dionisi - Staremo a vedere». Potrà pesare il fattore-Sinistra arcobaleno, presente nelle coalizioni di Rutelli e di Zingaretti, sulla scelta della base? «Per molti di noi - risponde il candidato in Provincia - rappresenta un forte intralcio. Noi dobbiamo comunque fare un ragionamento politico, non certo rispondere alle lusinghe e alle sirene di questo o quello schieramento» conclude Dionisi, riferendosi ai segnali giunti in casa Udc dai contendenti dei ballottaggi. E le sirene più stentoree finora sono state quelle del Pdl. Dopo l'appello dello stesso Berlusconi agli elettori de La Destra e dell'Udc, Alemanno ha fatto nomi e cognomi, rivolgendosi a chi «in questi ultimi anni ha fatto dura opposizione alle amministrazioni del centrosinistra, a cominciare dall'Udc che con Gasperini è stata tra le più dure oppositrici di Veltroni. Non credo che queste persone possano cambiare idea». Alemanno nel corso della giornata ha contattato anche Storace (con cui l'accordo appare obiettivamente più semplice, visto anche l'appoggio esplicito accordato da Buontempo ad Antoniozzi), ma ha voluto lanciare un segnale forte - a sorpresa - anche ai «grillini» di Serenetta Monti, che con il suo 2,6 per cento «ha intercettato una fetta importante di elettorato e la sua voglia di cambiamento». Più in sordina i contatti Rutelli-Udc. Il candidato di centrosinistra in realtà non ha mai nascosto di «guardare con interesse ai centristi», e ieri mattina, nella conferenza del dopo-voto, ha gettato un'altra cima: «Dobbiamo considerare con estremo rispetto il rapporto con tutti i candidati, e certamente con Ciocchetti - ha detto Rutelli - Valuteremo, ci parleremo, ma manteniamo saldo il nostro programma che è forte. Ricordiamoci che dobbiamo mobilitarci per vincere, e dunque, allargare la nostra capacità di dialogo». E se c'è chi nelle sezioni del Pd tende ad augurarsi un accordo con l'Udc per scongiurare la perdita di Roma, la Sinistra arcobaleno è meno entusiasta: «Se riesce a motivare gli elettori di Pd e Sa - ha commentato Fabio Nobile, segretario romano del Pdci - Rutelli può farcela anche con la coalizione con cui si è presentato, anche perchè non so quanto pagherebbe un accordo con l'Udc».