Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Sconfitta l'antipolitica, Silvio combatterà contro le lobbies

Bossi e Fini

  • a
  • a
  • a

Ma anche i politologi (e commentatori politici) avevano espresso valutazioni che non hanno trovato poi riscontro nei risultati elettorali. Ne riassumiamo qualcuno: a) I cittadini hanno precorso i tempi della politica, prefigurando nei fatti la formazione di due grandi partiti e di due-tre formazioni minori. Il quadro politico si è così semplificato con la nascita,per la prima volta, di appena, quattro-cinque gruppi parlamentari nelle due Camere. Il paese, quindi, non si sta «americanizzando», come ha sostenuto qualche commentatore, ma piuttosto sta diventando sempre più europeo. Questo però non significa che non sarà più necessaria una nuova legge elettorale, come sostengono alcuni, ma piuttosto che la riforma della legge sarà ora molto più facile e potrà essere approvata col concorso di tutti i partiti (sicuramente va ripristinato il voto di preferenza, riformata la parte relativa al voto degli italiani all'estero, ecc.). b) Nessuno avrebbe scommesso un euro sulla scomparsa dal parlamento dei partiti di matrice marxista. Parliamo della Sinistra Arcobaleno e delle altre forze minori (Sinistra critica, ecc.). Nessuno aveva previsto che quattro partiti (Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica ), riuniti in un cartello con la leadership di Fausto Bertinotti, ancora oggi presidente della Camera, si concludesse in un autentico flop, raccogliendo insieme meno della metà dei voti che da sola «rastrellava» Rifondazione. Il partito del «no» è stato severamente punito dagli elettori, ritenuto il vero responsabile del fallimento del governo Prodi. La scomparsa della falce e martello è da ritenere comunque un fatto positivo, il segno dell'evoluzione democratica del paese, anche se dispiace che circa tre milioni di persone non abbiano alcuna rappresentanza parlamentare. c) Un discorso analogo vale per il piccolo Psi . Boselli ha accusato duramente Veltroni di non aver fatto nulla per promuovere un'alleanza Pd-Psi, preferendo i radicali di Pannella (chissà quanti voti hanno portato al Pd?) e l'Italia dei Valori dell'ex Pm Di Pietro. È curioso però che il partito socialista scompaia solo in Italia, mentre nel resto d'Europa è una grande forza, di governo o di opposizione. Evidentemente il Psi è stato accomunato dagli elettori agli altri «nanetti» subendo la stessa sorte. E poi probabilmente oltre dieci anni di lotte interne di polemiche al curaro, con la nascita di tante sigle che si ispiravano al vecchio Psi di Bettino Craxi, alla fine, hanno lasciato amareggiati e delusi anche i vecchi elettori del partito di Filippo Turati. d) Il raddoppio dei voti alla Lega ha scatenato, ancora una volta,aspri commenti degli avversari sulla «inaffidabilità» dei leghisti,sul «voto di protesta» e altri luoghi comuni che si ripetono stancamente da anni. Forse dobbiamo prendere atto che la Lega è un partito territoriale con profonde radici nel nord e che la battaglia per il federalismo va presa sul serio, al di là di qualche gaffe o battuta colorita di Bossi o di altri esponenti leghisti. e) Infine, l'antipolitica, che è stata clamorosamente sconfitta. L'aumento delle astensioni di soli tre punti è infatti da ritenersi assolutamente fisiologico. Siamo pur sempre in Europa e nell'intero Occidente fra i paesi con più alta affluenza alle urne (80%). Il grillismo è morto nella generale indifferenza degli elettori, anche se alcune delle critiche e proposte (soprattutto quelle sui costi della politica) sono certamente valide e non a caso sono state riprese nei programmi dei due maggiori partiti. La battaglia di Berlusconi comincia però adesso: non solo contro l'opposizione, ma soprattutto contro le lobbies di tutti i colori politici che, chiusi a riccio con gli aculei alzati, sono già pronti a contrastare le riforme annunciate.

Dai blog