Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it Qualcuno avrà pensato di ...
Certo, centomila bandiere biancoverdi che invadono piazza del Popolo non passano inosservate, ma Walter Veltroni non ha potuto fare a meno di portare al Centro di Roma tutti i suoi «sponsor» viventi. Così, stipati sotto un gazebo per ripararsi dalla pioggia, uno ad uno si sono susseguiti i volti più famosi dello spettacolo italiano. Una folla di vip. Una marea di vip, soprattutto del cinema ma non solo. Tanto che il segretario si materializza in piazza, un po' ritardo sul programma, scendendo dal suo pullman verde assieme a Lorenzo. Sì, proprio quel Jovanotti che a Walter ha «regalato» le note del suo ultimo successo musicale per provare a vincere. «Mi fido di te» canta la piazza mentre i due la tagliano, nel mezzo, correndo sul palco. Sotto, nel parterre, Alessandro Haber, Laura Morante e Isabella Ferrari battono e ribattono le mani unendosi al coro di tutti gli elettori arrivati per sentire le parole del loro ex sindaco: «Walter! Walter! Walter!». Ecco che rispuntano i cartelli rettangolari col logo del Pd e la scritta «Si può fare. Veltroni presidente». Ne distribuiscono a migliaia i Wolontari. C'è anche un manifesto nuovo. Stesso formato, stesso logo, stessi colori, ma con lo slogan scritto a caratteri cubitali «Io sono ottimista». Si prendono in uno dei quattro stand del Pd assieme a una bandiera e un adesivo. Per la maglietta, invece, ci vogliono cinque euro. Anche la spilla si paga (0,50 euro), come il portachiavi (3 euro), il palloncino (0,30 euro) e la borsa (2 euro). Per alcuni si può fare, per altri no. La piazza è ormai gremita, la gente ci crede, è ottimista, urla il nome del segretario, il suo slogan, applaude a ogni passaggio del suo discorso. L'unico inconveniente è la pioggia. I diciotto pannelli solari installati sulle impalcature ai lati del palco sono serviti a poco senza il sole ad alimentarli. Ma non è certo questa la più grande preoccupazione dei veltroniani. Semmai il problema è non poter vedere in faccia Rutelli, Zingaretti, Franceschini e lo stesso Veltroni. O meglio, li vedono solo attraverso milioni di pixel proiettati su un maxischermo. Perché la pioggia costringe tutti a stare con gli ombrelli aperti e nessuno vede nulla. Qualcuno s'innervosisce pure. «Certo che sono qui per vedere Veltroni, era meglio stare a casa», dice una signora. «Ma dai, se butti lo sguardo in mezzo a quell'ombrello si vede», le fa l'amica avvolta in una bandiera del Partito democratico. In una lotta continua tra chi cerca di scansare l'uno e chi l'altro per vedere l'amato Walter, cala giù dal Pincio anche uno striscione rosso dei Socialisti: «Io sono laico! Io voto socialista!». Ma è una goccia nel deserto. Tutt'intorno è bianco-rosso-verde. Ci sono i sostenitori di Fiano, di Civitavecchia, di Cassino e altre città della Provincia romana. C'è uno striscione di alcuni lavoratori della Telecom. Ma anche un cartello del circolo Alitalia con la scritta «Walter facce vola'». Più avanti, tra le telecamere, il vippaio si fa sempre più folto. Arriva anche il regista Paolo Virzì. Poi Fiorella Mannoia, Serena Dandini, Remo Girone, Francesca Archibugi. Il parterre diventa una passerella. C'è Gigi Proietti, attore-idolo dei romani e dell'Italia. C'è la ballerina di danza classica Carla Fracci. Ancora: Margherita Buy, le sorelle Comencini, Gigi Magni, Simona Izzo. Il compositore Ennio Morricone. L'umorista yiddish Moni Ovadia. Ambrogio Sparagna e Mariangela Melato. Manca Francesco Totti ma ci pensa Veltroni a nominarlo facendolo entrare comunque nella grande festa. C'è Michele Placido e non poteva mancare la romanissima Sabrina Ferilli. Alla fine Paolo Bonolis non arriva, ma c'è Pippo Baudo ad abbracciare Veltroni. Tutto lo star system di Walter è lì. Il segretario parla a loro, ai suoi vip e ai suoi «tifosi», per oltre un'ora e un quarto. Poi chiama tutti sul palcoscenico, pardon sul palco, per cantare con Jovanotti, ancora una volta, «Mi fido di te». E inizia un altro show.