Fabrizio dell'Orefice f.dellorefice@iltempo.it Più che ...
Arriva stanco, ride. Prima di lui Antoniozzi e Alemanno, e poi Gianfranco Fini (a cui era stato chiesto di cominciare a comiziare in attesa della fine della registrazione di Porta a Porta), hanno provato a scaldare i romani (duemila, 30-40mila secondo gli organizzatori) che aspettano in via San Gregorio. Berlusconi sale sul palco, ride, Antoniozzi lo presenta: «E ora la parola al futuro presidente del Consiglio». E lui ricambia: «Parlo dopo che avete ascoltato il nuovo presidente della Provincia e il nuovo sindaco di Roma». Ride il Cavaliere. Lo interrompono dal pubblico e lui s'innervosisce: «Sono andato a letto alle 3, mi sono svegliato alle sette e un quarto, ho cominciato ad andare in tv alle otto del mattino e sono dieci ore che parlo di fila. Stai un po' zitto o la tua è concorrenza sleale». E ride di nuovo. È uno show. I cui affondo più pesanti sono per Veltroni. Lo prende in giro da subito, ironizza sul fatto che il leader del Pd non lo chiama mai per nome nei comizi e preferisce parlare di «principale esponente dello schieramento avverso». Berlusconi si fa serio: «Vi svelo un segreto». Silenzio, Poi allarga le braccia: «Sono io quello che Veltroni non cita mai». E aggiunge: «E lo sapete perché non mi cita mai? Perché Veltroni dice solo bugie. E non è in grado di dire due verità di fila. Non potrebbe dire che il mio nome è Silvio e il mio cognome è Berlusconi». Insiste: «Veltroni arriva a negare pubblicamente di essere stato comunista, dopo aver scritto sull'Unità da direttore centinaia di articoli iniziando con "noi comunisti"». «Ma gli italiani non sono così grulli da credergli», assicura il Cav. «L'altra sera - ricomincia - l'ho sentito a Porta a Porta e le ho contate. Ha detto 43 bugie». L'altro bersaglio è Di Pietro. Berlusconi torna ad andarci giù duro. Torna a lanciare dubbi sulla sua laurea, sul concorso vinto per entrare in magistratura, nega di avergli mai offerto di fare il ministro (le repliche non si fanno attendere con tanto di annuncio di querele da parte dell'ex pm). Ma il Berlusconi del rush finale di campagna elettorale ne ha per tutti. Ne ha pure con se stesso, quando si dimentica di leggere le domandine finali di ogni comizio. «Scusate, sono vecchio, mi sono rincoglionito». Confessa: «Sì, è vero, ho i tacchi. Ma sono comunque alto 1,71». E pure per la Santanchè: «Io ossessionato da Daniela? Beh, se continua a venirmi addosso...». E ne ha anche per Francesco Totti che ha inviato il suo «in bocca al lupo» a Rutelli: «Un bel furbo, così avrà tutta l'antipatia degli altri. Quando uno non c'è con la testa non c'è», dice Berlusconi dietro al palco dopo la manifestazione. Il centrosinistra si scatena in difesa del Capitano. In campo anche Gigi Proietti. Ride il pubblico sotto al Colosseo. C'è pure chi si è portato il megafono e urla «Sor bugia», l'appellattivo che il leader del Pdl ha affibbiato al suo avversario. Si respira un po' più di ottimismo. Potrebbe bastare. Potrebbe non bastare. È per questo che Berlusconi da qualche giorno sta lavorando a un jolly, una carta vincente che gli consenta di vincere agevolmente, di tirare dalla sua parte gli ultimi indecisi. Un po' come fece con l'abolizione dell'Ici promessa due anni fa nel confronto televisivo finale con Prodi. E in tv potrebbe esserci una nuova sorpresa visto che Berlusconi stasera sarà da Mentana a Matrix. Nell'entourage del Cavaliere si fa strada un'ipotesi che riguarda tasse e salari. Spiega Maurizio Sacconi: «È stata una campagna elettorale con l'anestesia. Ma domani (oggi ndr) ci sarà il colpo, una mossa vincente che Berlusconi non ha detto a nessuno e tiene nel suo cassetto. I dettagli li conosce solo lui, ma sarà un'iniziativa molto importante per il sistema fiscale che agevolerà le famiglie». Insomma, qualcosa che dia la sensazione che il Cavaliere vuole mettere nelle tasche degli italiani non le mani, ma soldi. Vuole rimetterli nelle tasche degli italiani. Che cosa? A cosa sta pensando Berlusconi? E che cos'altro può dire dopo una campagna elettorale nella quale ha detto di tutto e di più? E serve un nuovo colpo ad effetto? Lo stesso leader del Pdl si sta interrogando in queste ore. Aveva deciso di riservarsi due colpi per il finale di partita. Li ha lasciato tutt'e due nel cassetto. Uno lo ha praticamente accantonato. L'altro resta in piedi e dovrebbe andare in soccorso di famiglie e pensionati colpiti dal caro vita. Si vedrà.