Profumo d'elezioni
Alessandro fa l'americano
Così nei giorni scorsi quando ha incontrato i sindacati, accorsi di gran lena per ascoltare che tipo di futuro attende i dipendenti dopo la fusione con Capitalia, Profumo ha colto la palla al balzo. E nel suo discorso ha tenuto a sottolineare più volte e con determinazione l'equidistanza della banca sia dal Popolo della Libertà sia dal Partito Democratico. «Rimaniamo distanti da qualsiasi collocazione partitica e politica» ha precisato con insistenza Profumo. Frasi che marcano un netto cambio di strategia e di immagine rispetto al passato. Non sono lontani, infatti, i tempi in cui il numero uno di Unicredit era in fila davanti alla sezione del Partito Democratico Aldo Aniasi di Milano con la moglie Sabina, candidata nella lista di Rosy Bindi, per partecipare alle primarie. Insomma stop alle etichette politiche. Le cose sono cambiate. I confini italiani non sono più l'unico parametro di riferimento dell'azienda e l'interesse per la politica domestica è meno pressante per un gruppo che ha oggi 100 mila dipendenti all'estero sui circa 180 mila. Alzare lo sguardo oltre Milano e Roma è l'imperativo categorico di Unicredit. Che nel rispetto di questa linea ha già deciso di proporre alla prossima assemblea degli azionisti, prevista a maggio, la scomparsa dalla ragione sociale dell'aggettivo «italiano». E di presentare il piano industriale triennale della banca a Vienna il prossimo 26 giugno alla stampa e al Cae, l'organismo dei sindacati europei. «Un piano strategico più volte richiesto. L'annuncio del suo arrivo è giudicato con con soddisfazione» spiega il segretario generale aggiunto della Fabi, Lando Sileoni. «Internazionale», dunque, è la parola d'ordine di Profumo che ora guarda all'Est Europa e alla Turchia. Una diversificazione geografica e delle attività del gruppo che sta aiutando a limitare l'impatto delle turbolenze dei mercati. Nei giorni scorsi a Londra di fronte alla comunità finanziaria Profumo ha fornito un aggiornamento sul portafoglio Abs (i titoli obbligazionari collocati con cartolarizzazioni) che, nei primi tre mesi dell'anno, si è ridotto di un miliardo rispetto ai 15,8 di fine 2007. La debolezza del dollaro ha stuzzicato il suo interesse per l'America. Sul mercato corporate Usa, oltre al 5% della Lazard, Unicredit ha dichiarato una lunga serie di partecipazioni in aziende nordamericane. Complessivamente diciannove, assunte nella quasi totalità attraverso i fondi di Pioneer Investments, la società di asset management del gruppo. Unicredit ha anche dichiarato un'importante investimento in Kazakistan (paese in cui ha acquistato qualche mese la banca locale Atf) dove a fine 2007 deteneva il 9,7% della Caspian Services, azienda specializzata nei servizi petroliferi e con una sede a Salt Lake City (Utah). Alla fine del 2007 il gruppo ha segnalato il possesso dell'11,7% di Take-Two Interactive Software sviluppatore e distributore newyorkese di videogame. E ancora quote in società Usa dell'energia, dell'informatica e della medicina. Insomma, le elezioni in Italia non sono esattamente il primo pensiero nella testa di Profumo. Eppure il banchiere incassa complimenti bipartisan. D'Alema è stato chiaro: «Il nostro Paese ha grandi potenzialità e Unicredit rappresenta un esempio di come poter contare nel mercato internazionale». Stessa musica per il centro destra. Il senatore di Forza Italia, già presidente della Bnl, Giampiero Cantoni, ha detto: «È così bravo che non viene influenzato dalla politica. La sua azione ha creato un gruppo di importanza mondiale». Nonostante questo il soprannome che l'ambiente finanziario gli ha affibbiato è «arrogance» per la determinazione con cui porta avanti piani e trattative. «Forse - afferma il direttore de Il Mondo Enrico Romagna Manoja - può apparire così a chi non lo conosce bene. In realtà Profumo è una persona disponibile e simpaticissima. Ogni volta che ho occasione di prendere un caffè con lui e fare due chiacchiere si avverte la sua capacità di apprezzare l'arte e le emozioni che ogni viaggio regala. Un serio professionista sul lavoro ma anche una persona di grande gusto». Non tutti la pensano così. I maligni raccontano che la sua giornata sia caratterizzata da solo tre cose: lavoro, lavoro e lavoro. Sempre di corsa per prendere un aereo per Mosca, New York, Londra, Varsavia o Monaco. Negli ultimi due anni ha dato una svolta a Unicredit. Prima l'operazione con Hvb che ha fatto diventare la banca milanese leader in Europa per capitalizzazione. Da segnalare che il destino ha voluto che le nozze tra l'istituto italiano e quello tedesco siano avvenute il giorno dopo la vittoria in semifinale dell'Italia sulla Germania ai mondiali di calcio. Le cronache raccontano che Profumo seguì la sfida a Monaco di Baviera mentre era alle prese con le slides della presentazione della nuova banca che, poche ore dopo, avrebbe illustrato alla comunità finanziaria internazionale. I ben informati lo hanno descritto talmente preso dall'operazione finanziaria da dover chiedere di tanto in tanto al suo staff il risultato della partita di calcio. Ma, anche se per alcuni è una leggenda, c'è chi giura di aver sentito le urla di Profumo dopo i gol di Grosso e Del Piero che avrebbero portato l'Italia a vincere il Mondiale nella notte di Berlino. La sua passione per il calcio è nota come la fede interista. Spesso è a San Siro a vedere i nerazzurri, immancabile nei derby. Era solito farsi ospitare nel box della Ras, dove in qualche occasione ha assistito alla partita con l'amico-nemico Corrado Passera, a.d. di Intesa Sanpaolo. La rivalità tra Inter e Milan è nulla a confronto con quella tra le due banche. C'è chi giura che Profumo si chieda ogni giorno se la fusione con Capitalia sia stata realmente un vantaggio: il mercato, dopo un eccesso di adulazione, ha rovesciato il giudizio. La bufera sui derivati e il calo del titolo in Borsa hanno minato il suo entusiasmo già alle prese con una convivenza non semplice con un altro banchiere di spessore: Cesare Geronzi. Nel gotha della finanza sono diversi in tutto. Matematico, milanese, pragmatico il primo. Politico, romano, tattico il secondo. Un banchiere mercatista, Alessandro Profumo, e uno di relazione, Cesare Geronzi. Profumo preferisce confrontarsi sulla scena internazionale. Geronzi gioca in casa con le partite Mediobanca, Generali e Rcs. Insieme, ma ognuno per la sua strada con tutti i distinguo del caso. Comunque andrà, in conclusione, la prossima tornata elettorale, dal punto di vista dei banchieri, dà la prima certezza: Profumo non scenderà in campo. Per qualche suo illustre collega resta il ragionevole dubbio che non sarà così.