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La sinistra accusa il Cav di golpe

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Una dichiarazione di Silvio Berlusconi che ha scatenato polemiche al calor bianco da parte della sinistra, che non ha risparmiato al Cavaliere neppure l'accusa di essere un golpista. «In questo momento non si può chiedere a noi di rinunciare ad una carica quando tutte le cariche sono nelle mani della sinistra», ha detto il leader del Popolo della libertà. E ha subito aggiunto che si trattava di un «caso di pura scuola», precisando: «Se per ipotesi, fosse eletto un altro Capo dello Stato che appartenesse alla nostra parte politica, riterrei assoluto dovere da parte nostra dare la seconda carica dello Stato, cioè la presidenza del Senato ad un esponente della sinistra». Quindi, facendo riferimento a Giorgio Napolitano, ha ulteriormente puntualizzato: «Porto stima al presidente della Repubblica, con cui non ho mai avuto neanche un minuto di contrasto. Da lui ho sempre avuto un'accoglienza molto rispettosa e credo che la stima che gli porto sia ricambiata. Lunga vita al presidente della Repubblica». Dal Colle presidenziale nessun commento alle alle dichiarazioni del Cav. Diversa la reazione del Pd, dei suoi alleati e della Sinistra Arcobaleno. Veltroni sottolinea che «è l'ennesimo tentativo di avvelenare la vita democratica del paese. Come tutto quello che Berlusconi fa da 15 anni, che mette il paese sotto stress, sotto tensione, lo ha indebolito, lo ha fiaccato, lo ha messo nell'impossibilità di correre in un clima di serenità e unità. Come l'accusa di brogli, che dimostra con chi abbiamo a che fare, con chi denuncia i brogli solo quando perde pur avendo due arrestati per brogli nel proprio schieramento». Per l'esponente democratico Salvatore Vassallo, «le più alte cariche della Repubblica, secondo il leader del Pdl, dovrebbero diventare oggetto di un gioco dei quattro cantoni che più o meno funzionerebbe così. Nel caso vinca la destra, il Presidente della Repubblica dovrebbe prendere atto della "nuova situazione italiana" e sloggiare dal Quirinale. Presumibilmente per fare posto allo stesso Berlusconi, che potrebbe così inaugurare una nuova fase di stile francese». Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera, fa sapere di essere sconcertato «di fronte alle parole di Berlusconi che, per l'ennesima volta, lancia il sasso e poi nasconde la mano. Prima insulta il capo dello Stato e poi si nasconde dietro all'esempio di scuola. La verità è che le sue parole sono gravissime. Trattare il presidente della Repubblica come fosse terreno di lottizzazione tra partiti dimostra, ancora una volta, la sua totale mancanza di senso dello Stato, delle istituzioni e dei nostri valori costituzionali». La «Velina Rossa», la nota del giornalista parlamentare Pasquale Laurito vicina ad ambienti del centrosinistra, parla addirittura di golpe: «La pretesa di sostituire Napolitano, anche se accompagnata dalle solite frasi di circostanza circa la non volontà di fare pressione sul Colle, è fuori da ogni norma costituzionale e si avvicina quasi ad un colpo di Stato. È inutile che domani giungano come sempre le smentite perchè a nessuno è permesso di giocare con il fuoco, anche se si tratta del miliardario di turno, on. Berlusconi. Non siamo ancora una Repubblica del Sud America». Per il verde-arcobaleno Angelo Bonelli, «quella di Berlusconi non è fantapolitica ma un reale disegno politico che il leader del Pdl vuole perseguire: non vorremmo - aggiunge - che dietro a ciò ci possano essere sponde da parte del Pd dopo il voto del 13 e 14 aprile. Noi della Sinistra Arcobaleno non asseconderemo mai un progetto di questo tipo: al nostro Paese mancherebbe solo di vedere Berlusconi Capo dello Stato». Severamente caustica, infine, la reazione del socialista Enrico Boselli: «Berlusconi in questi mesi ne ha dette tante, tanto poi tra un'ora smentisce. Fa sempre così, dice una cosa, i giornali la scrivono e le Tv ne parlano; poi lui, il giorno dopo la smentisce».

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