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I sindacati guardano al dopo elezioni

Alitalia e Air France

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Alle 11 le nove sigle sindacali che hanno in mano il futuro di Alitalia si ritroveranno faccia a faccia con i vertici della compagnia di bandiera nella sede di via della Magliana. Un incontro per cercare di capire l'elemento dirimente dell'intera vicenda. Sotto il titolo dell'ordine del giorno: «Aggiornamenti e valutazioni della situazione della compagnia» si nasconde infatti la quantificazione approssimativa di quanto ossigeno resta alla compagnia per vivere evitando il commissariamento. Un dato fondamentale per la ripresa della trattativa perché darà ai sindacati l'idea di che margine hanno, se mai Air France lo concederà, per cercare di alzare il prezzo della trattativa. Non sarà finita però. Il giorno dopo gli stessi esponenti sindacali saranno a Palazzo Chigi. Il Governo li ha convocati dopo che il cda del vettore francese ha rimandato la patata bollente del destino di Alitalia in Italia. Sarà una delle ultime occasioni, per loro, di incontrare il ministro Tommaso Padoa Schioppa, difensore estremo della soluzione francese. Dalla prossima volta, infatti, ci sarà la nuova compagine governativa, quella che uscirà dalla competizione elettorale del 13 aprile, a guidare il dossier. Probabilmente i tempi sono ormai così stretti che sarà difficile che esca una soluzione definitiva prima di domenica. Le organizzazioni sindacali arriveranno ai due tavoli con posizioni differenti. Anpav e Avia, le sigle che rappresentano gli assistenti di volo, hanno ribadito l'appello per una ripresa della trattativa con Spinetta mentre duecento dipendenti appoggiano lo sciopero della fame, giunto al quarto giorno, da parte dello stewart Gianluca Morale che guida la fronda di chi reclama un sindacato meno corporativo e «l'immediato ritorno al tavolo con Air France». Il segretario nazionale della Fit-Cisl, Claudio Genovesi, legge nella nota diffusa al termine del cda francese «uno spiraglio aperto» che lascia la palla nelle mani dei sindacati. Genovesi riconosce che «il tentativo del sottosegretario Enrico Letta non sembra aver sortito effetti» ma spiega che ciò «è dovuto alla confusione generata dal clima elettorale». Secondo il sindacalista, dunque, i francesi «vogliono fermarsi a guardare con un pò di distacco in attesa dell'evolversi della situazione pronti a tornare al confronto». Aperture anche dal numero uno della Uil, Luigi Angeletti: «Se la posizione di Air France si può interpretare come una disponibilità a riprendere la trattativa - dichiara 'a caldò -, noi siamo pronti a discutere». L'interpretazione di Angeletti, tuttavia, appare quanto meno discutibile dal momento che il senso del comunicato di Air France sembra indicare una direzione opposta. Una conferma arriva dall'edizione online del quotidiano La Tribune che sottolinea come da Roissy giunga «non una rottura definitiva» ma un richiamo al «prendere o lasciare» del piano presentato come potenziale acquirente. Succeda quel che succeda nei prossimi giorni è chiaro che il futuro di Alitalia è nelle mani del prossimo governo e dunque un ragionamento serio sul destino della compagnia potrà essere fatto solo alla luce del responso elettorale. Lo stesso segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, si è detto certo che «fra dieci giorni sarà tutto diverso. Air France vorrà chiudere a tutti i costi e verranno fuori gli altri. Ci sarà la fila».

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