Sacconi: «Sindacato colpevole. Corporativo come al solito»
Quanta responsabilità ha il sindacato nella situazione della compagnia? «La prima responsabilità è del governo che ha condotto la cessione di Alitalia nel peggiore dei modi lasciando solo il sindacato in un negoziato al quale il governo stesso avrebbe dovuto partecipare sia come venditore sia nella veste di tutore dell'interesse nazionale. Il governo al contrario ha condotto in modo molto opaco la trattativa con Air France mettendo in gioco addirittura alcuni aspetti della sovranità nazionale come gli accordi con altri Paesi per i voli intercontinentali e non valorizzando le potenzialità del sistema aeroportuali». Il sindacato però si è messo di traverso sin dall'inizio della trattativa con Air France... «È ovvio che il sindacato messo di fronte al solo compratore portatore di una proposta irricevibile può avere comprensibilmente manifestato le propensioni corporative. Se riandiamo al passato una parte del sindacato ha grandi responsabilità per il fallimento del piano industriale che poteva avere successo solo se fosse stato applicato rigorosamente. Ma la virtù del sindacato è sempre funzione della controparte. Come si può chiedere virtù al sindacato di fronte a un progetto di svendita e a un governo assente nel rivendicare le ragioni dell'interese nazionale?» Di fatto Air France è l'unico compratore che si è fatto avanti. «Chi l'ha detto? È l'unico che è stato messo nelle condizioni di fare una proposta». Dov'è la cordata di imprenditori italiani di cui parla Berlusconi? «Airone e Banca Intesa avevano manifestato interesse ma per fare una proposta dovevano avere la possibilità di aver accesso ai conti e di effettuare la due diligence, la stessa opportunità data a Air France»..