Carlantonio Solimene [email protected] Il ministro ...
E precisa con forza di non aver mai fatto favori a nessuno. È questo il contenuto secco, lapidario, della brevissima conferenza stampa che il leader dei Verdi ha tenuto ieri pomeriggio all'hotel Nazionale di Roma. Pecoraro Scanio non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni ai giornalisti né prima né dopo la conferenza. Ha lasciato spazio ai commenti di alleati e avversari politici preferendo, per se stesso, il silenzio. Si è chiusa così una delle giornate più difficili per il politico salernitano. Una delle tante, verrebbe da dire, se si pensa che era già considerato uno degli «imputati morali» per l'emergenza rifiuti a Napoli. Una giornata sembrata uno scherzo del destino. Pecoraro, ieri pomeriggio, era atteso a Potenza dove avrebbe dovuto tenere un comizio per la campagna elettorale della Sinistra-Arcobaleno. Ma, il giorno prima, è trapelata la notizia che proprio la Procura della Repubblica del capoluogo della Basilicata aveva iscritto il ministro al registro degli indagati per corruzione. L'accusa per Pecoraro Scanio è quella di aver ottenuto viaggi e soggiorni gratis in cambio di favori. Leggasi appalti e assunzioni per amici. A inizio giornata i Verdi confermano la visita del leader nel capoluogo lucano, salvo poi cambiare tutto un'ora e mezza dopo. Pecoraro non va più in Calabria e Basilicata, preferisce rimanere a Roma per chiarire la sua posizione. All'Hotel Nazionale il ministro si fa accompagnare dal suo avvocato Paola Balducci. La sua dichiarazione è breve e concisa. «Rinuncio all'immunità perché non voglio ombre sulla mia persona», «in vent'anni di attività pubblica non ho mai avuto problemi con la giustizia», «la magistratura faccia emergere la verità in pochi giorni». Perché è proprio il fattore tempo a infastidire il leader dei Verdi: «L'inchiesta è in piedi dal 2005 - si lamenta - ma è diventata di dominio pubblico proprio adesso». Tra le righe, il sospetto che si tratti della classica bomba a orologeria lanciata in campagna elettorale. In serata le dichiarazioni di solidarietà da gran parte del mondo politico. Con l'eccezione, un «silenzio assordante», degli esponenti più importanti di Pd e Pdl. Boselli, leader dei socialisti, non ha mancato di farlo notare: «Veltroni e Berlusconi hanno prima taciuto su Mastella, e adesso fanno la stessa cosa per Pecoraro Scanio. Sono garantisti solo quando conviene ai loro partiti».