Dai «Veltroni boys» solo gaffes e problemi
Veltroni cerca in tutti i modi di tenerli lontani dalla scena, ma non sempre l'impresa gli riesce. L'ultimo a guadagnarsi un po' di notorietà è stato il generale Mauro Del Vecchio che, non solo ha dichiarato i gay inadatti all'esercito, ma si è anche lanciato in proposte ardite come l'istituzione di bordelli controllati per le nostre truppe e l'arruolamento volontario di ragazzi di 16 anni nell'esercito italiano. È solo la punta dell'iceberg. Prima di lui, ad esempio, Massimo Calearo (capolista del Pd alla Camera nel collegio Veneto I) si era lanciato in un'ode di Clemente Mastella a cui andava riconosciuto il merito di aver fatto cadere il governo Prodi. Le sue parole non erano piaciute ad Arturo Parisi che aveva addirittura minacciato di rinunciare al proprio seggio. Ci sono poi quelli che, solo per aver accettato la candidatura, hanno scatenato l'inferno. Come Marianna Madia la giovane capolista nel collegio Lazio I della Camera finita nell'occhio del ciclone per i suoi rapporti privilegiati con Enrico Letta, Giovanni Minoli e con il Colle (è stata la fidanzata di Giulio Napolitano). Non contenta di vedersi affibbiare l'etichetta di «raccomandata» la giovane si è lanciata in un elogio pubblico della sua inesperienza scatenando l'ilarità generale. Ma non deve preoccuparsi, è in buona compagnia. Che dire, infatti, degli alleati scelti da Veltroni dopo attenta valutazione? Antonio Di Pietro passa il suo tempo a lanciare anatemi contro il Cavaliere e a spiegare che, nonostante dal Pd sostengano il contrario, non scioglierà mai l'Italia dei Valori. I Radicali, oltre a far infuriare la componente cattolica del Partito Democratico, restano una mina vagante sempre pronta ad esplodere. Insomma le scelte del candidato premier del Pd stanno creando più di un problema. Poco male, dovesse perdere le elezioni, almeno saprà con chi prendersela.