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Veltroni: "SIamo quasi pari"

Veltroni

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Toni forti, promesse di un futuro diverso, di un'Italia moderna ed efficiente davanti ad una platea attenta, composta in larga parte di militanti e simpatizzanti. In buona sostanza il solito messaggio veltroniano intriso di buonismo e determinazione che vuole sedurre soprattutto gli indecisi. «Non c'è più tempo, dobbiamo girare pagina e lavorare per costruire un Paese giusto, unito, forte e dinamico. C'è differenza tra chi semina odio e chi parla il linguaggio della speranza». Una speranza che il leader del Pd ha voluto trasmettere alla piazza parlando di un divario dal candidato del Pdl che si assottiglia sempre più. «A novembre eravamo 22 punti sotto, ora siamo vicini, come dimostra il nervosismo dei nostri avversari, la maggioranza degli indecisi sta venendo verso il Pd». Sul tanto discusso confronto televisivo con il suo avversario Berlusconi, Veltroni ha ribadito di essere disponibile «magari anche sulle sue reti», assicurando di non aver intenzione di replicare «agli insulti e alle aggressioni. Tanto più noi non rispondiamo e tanto più impazziscono». Riguardo i punti programmatici Veltroni ha sottolineato che «la prima frontiera deve essere la lotta alla precarietà» istituendo il compenso minimo legale per i giovani ed incentivando il lavoro a tempo indeterminato. Poi nel finale un saluto alla conduttrice televisiva Serena Dandini, presente sul palco, l'inno di Mameli cantato da tutto lo stato maggiore del Pd e la partenza per un'altra tappa del tour, in terra di Sardegna. Da segnalare, mentre l'autobus verde era pronto a ripartire, la presenza di un giovane di nazionalità albanese che inveiva contro Veltroni. Tempestivo l'intervento degli uomini della Digos a riportare l'ordine.

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