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L'aiutino di Scalfari: cita sondaggio anche se è vietato per legge

Veltroni

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L'ospite è Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica: «Penso che la sinistra vinca, comincio a pensarlo». E aggiunge, entrando in un terreno minato, vietato: «Mi baso su alcune conversazioni private con i migliori dei nostri sondaggisti, i più seri. E spiegano a una persona amica (cioé lui, ndr) più di quanto i numeretti dicano o non dicano». Dunque si parla di sondaggi. Dei quali però non si potrebbe parlare, visto che la legge prescrive il black out che è scattato già da due giorni. Scalfari va avanti lo stesso e racconta: «Il trend in atto dice che c'è ancora una serie di indecisi che però vogliono votare. I partiti in gioco sono quattro, due grandi e due piccoli, e il grosso degli indecisi è incerto tra i due maggiori. È quella zona centrale che, spostandosi, decide». Poi Scalfari si ferma un attimo, congiunge le mani e rileva: «Da questi colloqui (con i sondaggisti, ndr) ho acquisito la sensazione che c'è un trend chiaro: gli indecisi in notevole maggioranza si stanno orientando verso il Partito democratico. D'altro canto anche un sondaggio del 24 Ore spiegava proprio questo trend, io ho avuto anche altre conferme da altri che non hanno effettuato quella ricerca. C'è un 40-45% degli indecisi che è orientato per il Pd; un 25-28% verso Berlusconi». Fin qui Scalfari. E quanto dice in tv sembra essere contrario all'articolo 8 della legge 28/2000 (quella sulla par condicio) che prescrive letteralmente: «Nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto». Protestano lettori del Tempo che hanno chiamato subito dopo in redazione. E protesta Mario Landolfi (An-Pdl, presidente della commissione di vigilanza Rai: «Sarebbe opportuno che l'Autorità per le garanzie per le Comunicazioni acquisisse la registrazione della trasmissione In Mezz'ora di oggi (ieri, ndr) al fine di accertare se nel corso dell'intervista di Lucia Annunziata con il fondatore di Repubblica, dottor Eugenio Scalfari, sia stata violata la par condicio». E attacca Giorgio Lainati (Fi-Pdl): «L'ex presidente della Rai, Lucia Annunziata, non finirà mai di stupire. Ha ancora voglia di condizionare pesantemente l'orientamento dei telespettatori e degli abbonati alla tv pubblica manifestando il suo aperto sostegno a Veltroni. Ecco allora l'invito nel suo programma ad Eugenio Scalfari vero santone della sinistra che, come ha giustamente denunciato il presidente della vigilanza Landolfi, si è prodotto in un'analisi dei sondaggi, la cui divulgazione adesso è vietata». Replica il centrosinistra. Beppe Giulietti (Idv) non ci sta: «Non si riesce proprio a comprendere di quale violazione si stia parlando». Gli fa eco il vicepresidente della Vigilanza Giorgio Merlo (Pd) «Quando l'Agcom denuncia ripetutamente la violazione della legge in materia di informazione politica nei vari Tg del servizio pubblico e delle reti private a favore del centro destra - spiega Merlo - il presidente della commissione di Vigilanza Rai sostanzialmente tace». Controreplica di Landolfi: «Stupisce lo stupore degli onorevoli Merlo e Giulietti. Ho richiamato l'articolo 8 comma primo della legge 28/2000 da loro fortemente voluta che vieta la diffusione di sondaggi negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale. Poiché siamo a meno di quindici giorni dalle elezioni ed il dottor Scalfari ha rivelato alcuni dati a lui comunicati da esperti sondaggisti ho chiesto all'Autorità se tutto questo si configuri come una violazione di legge. Tutto qui». «Se Merlo e Giulietti mi criticano per aver fatto il mio dovere, mi dispiace per loro ma io continuerò a farlo», conclude Landolfi. Ma la vicenda è difficile che finisca qui.

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