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«E ora Silvio scriverà per denunciare i mali della Capitale»

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È una bella mattinata romana, un bel sole primaverile, Antonio Tajani è tranquillo. Si leva il giubottino di renna, fa caldo al caffè Parnaso di piazza delle Muse: il leader romano di Forza Italia ci viene da quando «c'erano le pecore e qui c'era la signora Rosina che faceva la grattachecca». Tajani, l'esponente del centrodestra che ha ottenuto il miglior risultato su Roma (nel 2001 andò anche oltre il Fini del '93) si prepara a partire per le Marche, ultima tappa fuori dal Lazio. Poi si dedicherà del tutto alla sua Regione. Onorevole, come pensate di vincere nel Lazio? «Cominciamo da Roma città. Rutelli sa che vince al primo turno, al secondo è tutta un'altra storia». D'accodo, ma al Senato? «Roma è una città che è stata male amministrata. Veltroni è stato un pessimo amministratore. Le favelas, la diffusione impressionante della droga, l'insicurezza dilagante. Ora anche i giornali di sinistra lo scrivono». Prima di loro, forse, l'ha denunciato il Papa. Ben due volte. «Il Papa non è più potuto rimanere in silenzio. Devo dire che quando la denuncia delle favelas la fece Berlusconi, Veltroni disse che il Cavaliere non amava Roma. Un'assurdità». Dopo però Berlusconi non è tornato più sulla vicenda? «Lo farà. Lo farà a breve. Denunceremo i mali di Roma. Avvieremo una grande campagna per spiegare i disastri che lascia Veltroni. Berlusconi scriverà una lettera a un milioni di famiglie romane e invierà una rivista con tutte le foto del degrado della Capitale». Un libro tipo «Una storia italiana»? «Esatto, come quella». E le proposte? «Le proposte ci sono e le sta spiegando Gianni Alemanno giorno dopo giorno. Spingeremo sulla sicurezza, servono più vigili per strada. Devono essere attrezzati, devono avere gli sfollagente. Devono essere armati, ovviamente dopo un'accurata formazione». Il Pdl punterà solo sulla sicuerzza? «No, occorrono anche le infrastrutture. Penso a un secondo Raccordo anulare. Qui gli unici soldi che sono arrivati sono quelli del governo Berlusconi per fare le metropolitane e la terza corsia del Gra». Roma non è solo la città, c'è anche la Provincia. «Dove il Pd, come in città, si presenta alleato della sinistra. E già stanno litigando». E nelle altre province? Sarà più decisivo il Lazio Sud e il Lazio Nord? «È decisivo tutto il Lazio. A Viterbo è stato un successo, sette-ottomila persone al palazzetto in una città di 60mila abitanti...» E a Latina e in Ciociaria? «Siamo fortissimi, anche Meta del Pd riconosce che il nostro punto di forza è Fazzone». E Ciarrapico? «È un candidato del Pdl». Ma porta più voti o più ne fa perdere? «L'importante è che vinca Berlusconi». Due anni fa fu decisivo il voto cattolico. Cosa state facendo per attrarlo? «Guardi, prima di tutto conta quello che abbiamo fatto. Al governo e anche all'opposizione siamo sempre stati in linea con la Chiesa. Voglio ricordare anche che il nostro capolista al Senato è Marcello Pera». Teme di più l'Udc o la Destra? «Non temiamo nessuno perché vinceremo. Tutti i big saranno impegnati nel Lazio, avremo un nostro esponente in ogni Comune. L'importante è che gli elettori di centrodestra capiscano che decidono loro e che si governa solo con Berlusconi».

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