Perini: «Così la Francia ci ruba turismo e affari»
È un'analisi dura quella del presidente delal Fiera di Milano Michele Perini che già sente incombere sulla Fiera il pericolo delle altre esposizioni europee «indubbiamente avvantaggiate dal ridimensionamento di Malpensa». Quali ripercussioni prevede per il made in Italy? «Mi è bastato vedere i cartelloni pubblicitari di Air France all'aeroporto di Parigi con scritto "Benvenuti nella capitale della moda e del designer" per capire che i francesi già danno per acquisita l'emarginazione dell'Italia dal mercato del bello e del gusto. È un messaggio chiaro. Verrà utilizzata la politica della compagnia francese per portare l'attenzione degli investitori e degli uomini d'affari stranieri su Parigi. Vorrei ricordare inoltre che più del 70% delle multinazionali del nostro Paese sono posizionate nell'aerea lombarda. Bisogna vedere quante continueranno a investire in Italia». Ci sarà una penalizzazione anche per gli industriali italiani? «È chiaro. Se per andare a Barcellona dovrò passare per Parigi invece di avere un volo diretto da Malpensa, è evidente che spreco tempo. Per chi viene dall'estero invece, se il primo aeroporto sarà Parigi o Francoforte è evidente che lì si fermerà più volentieri e farà investimenti. Il che significa per le imprese che desiderano organizzare una fiera preferire Parigi, Monaco o Francoforte invece di Milano. Il primo requisito che un imprenditore chiede a un Paese per investire è la qualità dei collegamenti. È evidente che se per arrivare in Italia deve far scalo a Parigi si ferma lì. I danni riguarderanno anche il turismo». In che modo il turismo sarà danneggiato? «Il traffico busines molto spesso si trasforma in traffico turistico. Cioè si viene a Milano per motivi d'affari e poi si prolunga il soggiorno nei luoghi turistici di maggior richiamo per rilassarsi. ma se i collegamenti diventano difficili non c'è relax. Non solo. La Francia, lo sappiamo bene, è uno dei nostri competitor sul turismo. È evidente che tramite Air France, Parigi farà di tutto per spostare l'asse del turismo dalle località italiane a quelle francesi. Le grandi città d'arte si difendono da sole ma i picoli gioielli del patrimonio artistico e culturale italiano rischiano di essere tagliate fuori dai grandi tour turistici che hanno bisogno di collegamenti facili. Verranno privilegiate le località più agevoli da raggiungere». Ma come mai si è arrivati a questo punto? «Il governo ha voluto legare le sorti dell'Alitalia a Malpensa facendo un grande errore. Per questo il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni aveva chiesto una moratoria di due anni per Malpensa. Questo avrebbe consentito di avere tempo per trovare altri vettori intenzionati a utilizzare Malpensa come un hub europeo. Ma il governo Prodi ha detto di no. La situazione di Alitalia è talmente grave che chiunque ne diventi azionista deve poter avere l'opportunità di cambiare le regole senza veti esterni, da quelli politici a quelli sindacali».