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Mozzarella: l'Ue bacchetta l'Italia

Mozzarella di bufala

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LaCommissione - si legge in un comunicato - «ritiene che le misure applicate non siano sufficienti ad assicurare che nessun prodotto contaminato entri nel mercato, perchè non c'è stato nessun ritiro di prodotti potenzialmente contaminati e il programma di sorveglianza sugli allevamenti della regione Campania è ancora troppo limitato». Per questo motivo - continua la Commissione - «chiediamo alle autorità italiane competenti di prendere ulteriori misure urgenti». Ma sull'affaire mozzarelle di bufala c'è pure un risvolto da film giallo. O meglio da commedia degli equivoci. Perchè quelle che i sud coreani si sono ritrovati sulle tavole e che avrebbero causato il blocco delle importazioni del prodotto dall'Italia, potrebbe non essere stata mozzarella di bufala campana Dop (sic!) ma trattarsi di un prodotto imitativo oppure di un prodotto non direttamente proveniente dall'Italia. L'ambasciata coreana in Italia non ha fornito informazioni al proposito e da Bruxelles, attraverso la portavoce della Commissione Europea si è appreso di avere avuto notizia della decisione coreana solo dalla stampa, «noi non abbiamo riscontri su questo - ha detto Nina Papadoulaki, portavoce del Commissario Ue alla Sanità - e non abbiamo ricevuto informazioni ufficiali». La certezza è che «non esiste in Campania un caso diossina», secondo il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro che ha presieduto ieri mattina un'affollata conferenza stampa durante la quale ha ribadito che «l'Italia non esporta direttamente mozzarella di bufala in Corea del Sud, e che dunque potrebbe trattarsi di triangolazioni commerciali». Della produzione italiana di mozzarella di bufala, il 16% è destinato all'export, «per la maggior parte in Europa e Stati Uniti - ha aggiunto De Castro - mentre il 6-7% va sui mercati asiatici, soprattutto in Giappone, per un valore di pochi milioni di euro, mi chiedo se quella bloccata dal governo coreano è mozzarella di bufala autentica», considerato anche il fenomeno di agropirateria che, secondo dati Coldiretti, solo per la mozzarella di bufala ammonta a 2 milioni di tonnellate prodotte per lo più in Australia e Stati Uniti. Si tratta di speculazione internazionale, secondo il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, per il quale, «quando all'estero si può parlare male di noi tutti lo fanno con grande piacere - ha detto Bertolaso - si specula e si sfruttano situazioni locali». Dai controlli italiani sono risultati effettivamente positivi alla diossina per 25 caseifici e 83 allevamenti, tra cui nessun socio del Consorzio di Tutela e dal Ministero della Salute, sono state inviate alla Commissione Europea che aveva giudicato «lacunose» le informazioni finora ricevute, le notizie circa i controlli effettuati e la lista dei caseifici sotto sequestro cautelativo. Questa volta, secondo il sottosegretario del Ministero della Salute, Giampaolo Patta si tratta di informazioni «complete ed esaurienti che fugano ogni dubbio su una vicenda circoscritta, la situazione - ha aggiunto Patta - come è sotto controllo e molto circoscritta a poche decine di aziende».

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