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Bonaiuti: «Cordata italiana? Dal Cav solo un appello»

Alitalia e Air France

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La precisazione è arrivata ieri dal portavoce del leader del Popolo della libertà, Paolo Bonaiuti, che ha detto che sulla possibilità di una cordata di imprenditori italiani che salvi Alitalia «Berlusconi ha fatto solo un appello», dicendo che se si fosse messa in piedi «avrebbero potuto partecipare anche i suoi figli». Bonaiuti ha tuttavia aggiunto: «Su questo non parlo perché il riserbo è d'obbligo», lasciando dunque il ancora il punto interrogativo sull'ipotesi di una discesa di campo di una cordata alternativa a quella di Air France. Il sintomo che ormai la questione Alitalia sia diventato il vero nervo scoperto della campagna elettorale è dato dalla provocazione lanciata dallo stesso Bonaiuti che ha provocatoriamente chiesto al ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, in un dibattito televisivo «se la proposta di Air France è così buona, come mai Le Monde (il quotidiano francese ndr) l'ha definita una svendita, come mai vi trovate tutti contro tutti?». Risposta scarna. Il mirino del Pdl è comunque puntato sul governo Prodi colpevole di aver condotto la trattativa senza troppa volontà di difendere le prerogative italiane. Ma a ritenere il premier uscente responsabile non è solo il Pdl. Gennaro Migliore, presidente dei deputati del Prc, ha sostenuto che «Alitalia è una grande azienda strategica, da un anno non si sono fatti avanti nè investitori italiani nè è stata portata avanti una trattativa all'altezza di un paese che difende il proprio interesse nazionale, questo anche con grave responsabilità del governo Prodi». E l'asse tra la sinistra radicale e Berlusconi su Alitalia, già denunciato e smentito nei giorni scorsi quando il presidente del Senato, Fausto Bertinotti ha aperto alla cordata tricolore, si è nuovamente saldato ieri con l'intervento di Giulio Tremonti: «Prodi sembra al terzo mandato dell'Iri» ha commentato sarcastico l'ex ministro dell'Economia. «Crede di stare svendendo l'Iri - ha sottolineato Tremonti - sta facendo accordi come fosse al terzo mandato dell'organismo di riconversione industriale e non come presidente del Consiglio. Sta facendo traffici e confusione. Il rapporto con Air France è stato quanto di più volutamente opaco si potesse organizzare». Tremonti ha poi ricordato che nel 2005 il governo Berlusconi «ha fatto l'ultimo grande aumento di capitale sul mercato. Parte dei soldi erano dei privati che credevano nel piano industriale, altro denaro era stato messo di conseguenza dal Tesoro. A due anni di distanza - conclude l'ex ministro - il piano lo hanno cestinato, il capitale mangiato e siamo qua con un rapporto opaco con Air France». L'immancabile invito all'equilibrio è arrivato da Veltroni, leader Pd, «sul tavolo da poker della vita politica e della campagna elettorale viene giocato tutto, anche il lavoro di migliaia di persone ma questo è inaccettabile».

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