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«La par condicio? Non sposta voti»

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Il sondaggista Piepoli: «Giusto applicarla ma non influenza le scelte degli elettori»

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Se ne riparla tra qualche giorno. Certo, questo non significa vivere fuori dal mondo. «Continuo a guardare i telegiornali - spiega il sondaggista - Fa parte del mio lavoro. Devo sempre essere informato». Quindi avrà visto anche i dati dell'Agcom sul troppo spazio riservato dai Tg al Pdl? «Sì. Mi sembra che i dati siano distribuiti secondo le loro quote di mercato». In che senso scusi? «Nel senso che il Pd è valutato intorno al 33%, lo spazio di informazione riservato è esattamente quello». E la par condicio? «Sarebbe meglio se fosse applicata. Anche se è evidente che non si può dare lo stesso spazio di Pd e Pdl alla miriade di partitini che si presentano alle elezioni. Ovviamente si tratta di un mio pensiero». Quanto sposta, in termini elettorali, un passaggio televisivo nei Tg? «Quasi niente. Anche perché chi li guarda sa già per chi vota, pure se non lo dice». Ne è così certo? «Le faccio un esempio. Come istituto abbiamo lavorato con una gruppo di persone di cui conoscevamo le preferenze elettorali perché, nel 2006, avevamo registrato il loro voto. Inizialmente queste persone hanno dichiarato che non sapevano per chi avrebbero votato. Poi, dopo un lavoro di approfondimento, hanno espresso le loro intenzioni: erano le stesse di due anni fa». Scusi la provocazione, ma allora a cosa servono i sondaggi? «Chi pensa che si vinca con i sondaggi sbaglia. I sondaggi non hanno influenza anche perché vengono letti e sentiti molto poco. Non cambiano le dinamiche elettorali». Cos'è allora che le cambia? «La gente è influenzata da fatti che ne attirano l'attenzione. Si ricorda quando Berlusconi, nel 2006, disse che, se avesse vinto Prodi, avrebbe aumentato le tasse? Non si trattava di un sondaggio, ma ebbe un effetto sulla campagna elettorale. La stessa cosa vale oggi per Alitalia». Cioè? «Il 77% di coloro che tendenzialmente voteranno centrodestra e il 73% degli elettori di centrosinistra vorrebbero che Alitalia restasse italiana. È una cosa che interessa». Ma è anche una cosa di cui parlano i Tg. «Sì, ma la par condicio non c'entra. Lo dimostra il fatto che i giornali che hanno scritto di più sull'italianità di Alitalia sono quelli di sinistra». Insomma, molto rumore per nulla. «Mettiamola così: la par condicio andrebbe applicata ma, se non lo è, cambia poco o niente. Ciò che fa la differenza sono quelle che chiamerei azioni di marketing. E, comunque, la gente sa già per chi votare». E gli indecisi? «Pochissimi lo sono veramente. O meglio, il 25-30%, dice di essere indeciso, ma solo il 5% lo è. E magari sono proprio quelli che, alla fine, non vanno a votare».

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