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E se Pier Ferdinando Casini sollecita i figli di Berlusconi a «tirare fuori i soldi» (altrimenti la sua è solo una «captatio benevolentiae» elettorale) e Francesco Rutelli ammonisce il centrodestra sulle responsabilità dell'eventuale fallimento della compagnia, a schierarsi con il Cavaliere è la Lega. Per Roberto Maroni, infatti, quella ventilata da Berlusconi è una possibilità da guardare con attenzione, destinata a rilanciare, o comunque salvaguardare, anche Malpensa. «Berlusconi sta facendo insider trading - va giù duro Antonio Di Pietro - facendo credere contrariamente al vero che c'è qualcuno che vuole comprare Alitalia». Per il leader Idv «certe operazioni prima si fanno e poi si dicono e annunciare per creare distorsione del mercato è un reato e io ritengo che farlo soprattutto sotto elezioni sia immorale e illegale». Allo stato attuale, insomma «c'è un'offerta sul campo e va esaminata, se qualcuno ha altro da offrire lo offra, ma che sia una cosa seria». Ma la verità, secondo Di Pietro, è che «Alitalia produce tra 1 e 2 milioni di euro al giorno di debiti ed è difficile immaginare che qualcuno voglia comprarsela». Ma per il governo sulle pagine del Financial Times il ministro Tommaso Padoa-Schioppa ammonisce giudicando «drammatica e sorprendente perdita di senso della realtà» la fotografia della situazione. «La gente - spiega il ministro - continua a sognare che ci sia ancora tempo, che ci siano compratori alternativi e soluzioni alternative». Ma Alitalia «ha ossigeno per poche settimane. Qualsiasi cosa pensino i politici, le scadenze sono dettate dalle condizioni della compagnia, non siamo nel campo della discrezione politica, ma in quello delle dinamiche di una crisi economica e finanziaria: tutti si divertono a ballare sull'orlo del baratro - denuncia ancora il ministro - e il centro di gravità della compagnia è stato irresponsabilmente spostato oltre il limite».

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