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Non si può fare un'offerta al buio. Airone di fronte ...

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A precisarlo è la proprietà di AirOne (Ap Holding) in una nota. «A dicembre avevamo presentato un piano forte di risanamento e di rilancio per Alitalia - si legge - ma siamo stati esclusi dalla fase di due diligence che è stata concessa, per tre mesi, solo ad Air France-Klm. Deve decidere il Governo se vuole ricevere altre proposte perchè in una operazione così complessa è impossibile presentare offerte al buio senza una due diligence, sebbene breve (almeno tre settimane)». Una richiesta che il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni giudica assolutamente legittima. «Ma come si può chiedere a qualcuno di acquistare un gatto nel sacco, ovvero senza vederlo? - esordisce Bonanni - Mi sembra più che comprensibile che chi ha interesse a farsi avanti debba poter prendere visione dei conti e dello stato in cui si trova un'azienda. Certo se i vari soggetti che erano interessati ad Alitalia sono stati tenuti all'oscuro di tutto come è successo per noi allora certo che li capisco eccome. Eppure il Tesoro dovrebbe consentire di prendere visione dei conti pesche si tratta di un soggetto pubblico che gestisce soldi che non sono i suoi ma anche dei cittadini. Ma questo di certo avverrebbe se ci fosse un poco di buon senso in giro e in questa vicenda ne ho visto ben poco». Insomma le responsabilità del governo e del Tesoro in questa vicenda per Bonanni sono del tutto evidenti. «Mai nella storia della repubblica si è assistita a una tale gestione di una trattativa in condizioni così precarie: chi la gestisce è un governo uscente, i due titolari dei dicasteri competenti, ovvero Trasporti e Infrastrutture, sono in disaccordo, e tre quarti di Italia è incavolata per quello che sta succedendo». Il ministero e i vertici della Magliana hanno fissato il 31 marzo come termine ultimo per i sindacati per esprimere il proprio parere. Un ultimatum che i sindacati giudicano inaccettabile e che il ministero dell'Economia giustifica con motivi finanziari. Anche qui il giudizio di Bonanni è netto: «Non è possibile che chi ha perso tanto tempo con la gestione dell'affare Cimoli prima e dopo, adesso imponga tempi stretti». Bonanni non trattiene il fastidio quando ricorda che «con la Cgil è stato chiesto un incontro a Prodi e ci è stato risposto che non potevamo essere ricevuti perché a chiederlo non erano tutte e nove le sigle sindacali».

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