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La svolta imposta da Silvio Berlusconi alla complessa ...

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Proviamo per un momento ad uscire dal bailamme di dichiarazioni sul tema, che viene inevitabilmente generato dalla campagna elettorale in corso. E cerchiamo di concentrarci sulle prime conseguenze dell'uscita del Cavaliere. Ecco allora che vengono avanti tre questioni, che investono ambiti diversi ma che rivestono tutte importanza primaria. Le proponiamo in forma di domande a Silvio Berlusconi, che, avendo preso posizione in modo così determinato, ora deve accettare il peso di interlocutore unico sul tema. 1. Quanto è solida e come è formata la cordata di imprenditori italiani che potrebbero decidere di infilarsi nella rischiosa avventura di salvare l'Alitalia? E ancora: è una cordata che si sviluppa attorno alla vecchia proposta di Toto oppure stiamo parlando di tutt'altro? 2. Ha soppesato il Cavaliere gli effetti internazionali della vicenda, in presenza di una trattativa con Air France ormai alla tappa finale? Quali effetti può produrre buttare a mare gli accordi già raggiunti se non si riesce a dare presto una soluzione alternativa? Può comportare una ulteriore perdita di credibilità sui mercati finanziari? 3. Si ricorda il Cavaliere che oltre a Malpensa esiste anche Fiumicino? O per meglio dire: è chiaro l'interesse politico di una battaglia contro la proposta di Air France che vorrebbe spazzare via lo scalo lombardo (leggi Lega Nord), ma non è forse il caso di considerare anche la questione dal punto di vista romano? Anche perchè, tanto per parlare chiaro, i risultati elettorali sono incerti nel Lazio ed invece graniticamente a favore di Berlusconi in Lombardia. A questo punto però occorre fare presto. Nessuno ha più scuse da accampare, visto che sul dossier Alitalia già sono stati persi anni preziosi. Il gioco delle mezze frasi, delle mezze dichiarazioni e delle mezze smentite, non serve a nessuno. Men che meno all'Italia.

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