«All'Udc un solo senatore»

[...] e l'ultima frecciata è arrivata due sere fa durante la cena di compleanno del leghista Roberto Maroni. Il Cavaliere si sente sicuro della vittoria: «Senza citare Repubblica che mi dà 30 senatori di vantaggio - raccontava ieri in tarda serata - penso che avremo 20 senatori in più del Pd. Ed è chiaro che, per governare bene, ne bastano appena 10 di vantaggio. A questa storia dei tantissimi indecisi non credo molto. Secondo me, sono solo persone che oggi non dicono come voteranno ma hanno già deciso. A parte chi vota a sinistra per ragioni radicate nella famiglia, nella tradizione, la stragrande maggioranza degli italiani vede cosa hanno fatto 20 mesi di governo delle sinistra». Il Cav è in vena di battute e rivela: « «Da parte mia - spiega rilassato - sarei tentato di non fare la campagna elettorale. Ricordo cosa diceva Fanfani, a ogni comizio si perde il 5%... Sono disponibile, ma per me rappresenta un sacrificio. Pensate che ho una casa a New York e tante altre case in giro per il mondo, dove non sono mai stato. Dopo Pasqua andrò nelle regioni più a rischio». Toni più concilianti il candidato premier li ha avuti invece con il presidente di Confcooperative Luigi Marino, che ha chiesto al Cavaliere di mantenere per le cooperative lo stesso regime fiscale: «È necessario dissolvere l'immagine della cooperazione come favorita fiscalmente o vicina a questa o a quella classe politica. Mi rendo conto che vicende come Unipol o Esselunga-Coop ci hanno messo in cattiva luce, ma noi operiamo proprio perché non ci siano più coop rosse o bianche, ma solo coop vere - ha detto Marino - noi non abbiamo nessuna agevolazione fiscale, è un falso mito, per questo azzerare la specificità fiscale (riconosciuta dal diritto societario 2004) sarebbe sbagliato. Basti pensare che sulla totalità delle 82 mila imprese cooperative italiane si recupererebbe un gettito intorno ai 380 milioni di euro, una cifra quasi irrosoria. Destabilizzare le coop porterebbe solo a una perdita di gettito, di occupazione e di incidenza sul Pil». Berlusconi appoggia pienamente Marino e dunque con le coop bianche, un tempo base elettorale di Dc e poi dell'Udc: «È chiaro che la cooperazione se è reale è positiva, non solo perché rappresenta il 7% del Pil, ma anche perché offre lavoro a più di un milione di persone. Le mie critiche erano e sono al sistema delle coop, penso allo scandalo Unipol o a quelle che non sono più tali e che diventano invece delle imprese che ricorrono al prestito per utilizzarlo in scalate che certamente non hanno a che fare con la mutualità. Inoltre trovo inaccettabile il rapporto delle coop troppo vicine alle giunte comunali, provinciali e regionali rosse poichè - continua - ha permesso, specie nelle distribuzioni e nei servizi, di arrivare ad avere percentuali di mercato che dimostrano come non ci sia concorrenza e al contrario come queste coop siano state agevolate nel ricevere concessioni pubbliche. Comunque non azzererò la specificità fiscale, ma mi impegnerò a controllare che le coop non siano né bianche né rosse, ma trasparenti». L'incontro è stato per Berlusconi anche l'occasione di parlare della crisi economica: «Siamo nel mezzo di una crisi mondiale, una situazione difficile come mai prima. La crescita economica di Cina e lndia, favorita dai costi di lavoro irrisori, sommata all'ipervalutazione dell'euro ci sta mettendo in grave difficoltà. In Italia poi la situazione è anche più seria che negli altri Paesi europei».