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Fabio Perugia [email protected] Lei arriva da star ...

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Si accendono anche i microfoni per le prime domande. Un signore di mezza età la avvicina con una busta di plastica in mano. Dentro c'è un regalo per suo figlio. Un uovo di Pasqua dimensioni special con un orsacchiotto Tigro di peluches. Lui, intanto, la aspetta di sopra, al primo piano di Palazzo Wedekind, già da un po'. Molte strette di mano e qualche abbraccio con amici che non vedeva da tempo. È vestito scuro. Pantalone e giacca (a un petto solo). Scarpe rigorosamente nere. Camicia senza cravatta. A quanto pare non va proprio più di moda. E lui ne sa qualcosa. No, niente telecamere, giusto un paio di foto per ingannare il tempo, nell'attesa. Che finisce quando arriva lei. Michela Vittoria Brambilla sale le scale ed entra in sala salutando con la mano. Santo Versace fa altrettanto e le va incontro. Tra meno di un mese saranno colleghi per davvero. Onorevoli colleghi. Tutti e due in lista con il Popolo della libertà siederanno alla Camera. Berlusconi li ha voluti apposta: sono gli imprenditori che devono rilanciare l'imprenditoria italiana. E allora subito a lavoro, il made in Italy ha già perso abbastanza terreno. Così, alla tavola rotonda a cui partecipano anche gli imprenditori Enrico Bracalente, Jacopo Biondi Santi e Zeno Soave, sono i primi a firmare - e presentare - il «Manifesto degli imprenditori italiani per la tutela e il rilancio del marchio Italia». C'è anche Marcello Pera ad ascoltarli nella sede de Il Tempo. Il direttore Giuseppe Sanzotta lo ringrazia. Ma ora tocca a Brambilla parlare, pardon attaccare Romano Prodi e lo scarso impegno «in difesa dell'export e il rilancio dei consumi. Si è creato un appannamento del made Italy, un mercato di prodotti contraffatti; delle promesse mai mantenute dal governo dimissionario. Poi il problema rifiuti. Il Pdl affronterà tutto questo - dice Brambilla leggendo il suo discorso - e il nostro Manifesto spiega chiaro il problema e le sue soluzioni». Le soluzioni, dunque. Nove soluzioni: riduzione del carico fiscale; rafforzamento della competitività; riduzioni delle pratiche burocratiche; convergenza tra innovazione, ricerca e investimento delle imprese; rafforzamento del rapporto tra banche e imprese; internazionalizzazione; sviluppo delle infrastrutture; rispetto dell'ambiente e sicurezza del lavoro. Perché «Veltroni ha un libro dei sogni, è un incantatore di serpenti. Noi saremo in grado di aiutare l'Italia a rialzarsi», dice la rossa che da ormai un anno fa politica e si comporta come tale. Tutto l'opposto di Santo Versace. Anche se non si direbbe. In realtà è proprio lui a smentire i suoi atteggiamenti sobri, confidando una passione che lo attrae da una vita: «Mio padre mi ha sempre detto che ho sbagliato mestiere. Sosteneva che per me sarebbe stata adatta la carriera politica. Infatti da giovane avevo la tessera del Partito socialista». Poi ci prende gusto: «Noi imprenditori abbiamo il dovere di occuparci di politica e siamo orgogliosi di essere italiani nonostante i problemi. A Tokyo, New York, Parigi, Roma e in tutte le città del mondo avete l'orgoglio di essere italiani». Applausi, tanti applausi. «Abbiamo bisogno di recuperare tre elementi fondamentali». Non alza mai la voce Santo Versace. Parla piano ma sicuro: «Uno: l'educazione. Dobbiamo tornare a formare i nostri ragazzi, la sinistra ha dato un'impronta troppo negativa alla nostra scuola». Applausi. «Due: la legalità. In un Paese dove i processi durano vent'anni la giustizia non c'è». Ancora applausi. «Tre: meritocrazia. Si parla tanto dei giovani che vanno cresciuti, ma dobbiamo prendercela con noi stessi perché siamo noi a cacciare i nostri talenti dall'Italia. Dobbiamo farli lavorare prima, fargli fare molto più sport e se possibile che sia di gruppo. Il problema è che stiamo diventando un popolo di maleducati. E noi imprenditori abbiamo il dovere di occuparci della politica. Per cambiarla». Applausi e applausi. Qualcuno si alza anche in piedi. Gli stringono la mano, lo abbracciano. «Bravo!», gli fanno dalla platea che resta inaspettatamente incantata dalle sue parole. Brambilla, impegnatissima, deve scappare e se ne va. Lui resta. Aspetta, ascolta. Poi si alza e in un attimo una decina di spie rosse lo abbagliano. Ora i riflettori sono tutti per Santo Versace

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