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Di Pietro torna all'attacco sul conflitto d'interessi e ...

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Veltroni, Finocchiaro e D'Alema si erano affrettati a precisare che parlava a titolo personale e che l'argomento non era tra le priorità del programma. Ieri, sul sito del Corsera, il capo dell'Idv ha ribadito che la legge sul conflitto d'interessi andrà risolta nei primi cento giorni del (per ora fantomatico) governo Democratico e ha aggiunto: «Fa bene Berlusconi a preoccuparsi, perché Italia dei valori su queste cose in Parlamento gli terrà il fiato sul collo, ma non perché ce l'ha con lui: lo impone la Corte di giustizia europea. La stessa cosa vale per una rete in meno a Mediaset». Affermazioni che, questa volta, hanno incontrato l'assordante silenzio degli esponenti veltroniani. Come quella che Di Pietro ha elargito alle agenzie: «Noi siamo un valido antidoto a Berlusconi. In un Paese civile non c'è più spazio per chi usa le istituzioni per fini propri». A reagire, invece, è stato il centrodestra: «Anche oggi Antonio Di Pietro, alla guida di un partito che Veltroni ha ritenuto l'unico degno di allearsi con il Partito Democratico, ha dato un saggio del suo giustizialismo, della sua intolleranza e del suo antiberlusconismo maniacale - osserva il viceocoordinatore di FI Frabrizio Cicchitto - Siamo grati all'ex Pm, perchè nessuno meglio di lui è riuscito a smascherare il gioco di Veltroni: predicare bene e razzolare male». Cicchitto aggiunge che, anche se Veltroni «sostiene di volere una campagna elettorale senza insulti e urla, usa il braccio armato costituito da Di Pietro per il gioco sporco. È un personaggio inquietante non perchè ex magistrato, ma per come egli ha usato e tuttora usa la magistratura per colpire l'avversario politico».

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