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Berlusconi rimette in pista AirOne e la cordata italiana

Alitalia e Air France

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[...] dice e suona la riscossa del tricolore. Il Cavaliere pensa, in particolare, all'offerta di AirOne come una delle iniziative possibili. «Air France rinuncerà alla partita su Alitalia lasciando spazio all'ingresso di Air One, la cui regia nell'operazione considero indispensabile. Tale operazione sarà sostenuta dall'aiuto di una cordata di banche, tra le quali potrebbe esservi Banca Intesa, il cui cda dovrebbe decidere domani (oggi ndr) e di altri imprenditori, tra i quali vi potrebbero essere anche i miei figli». Irritazione di Prodi. «Per ora - afferma il premier - quella dei francesi è l'unica proposta. Se il Cavaliere non è d'accordo presenti un'altra soluzione». Il che significa avere un piano e poi fare un'opa che deve essere valutata e accettata dal Tesoro. Romano Prodi e il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa sono infatti convinti che se dovesse saltare la trattativa con Parigi, il destino della compagnia di bandiera si ridurrebbe al commissariamento. Il numero uno di Air France, Jean-Ceryl Spinetta, ieri ha chiuso definitivamente la porta a qualsiasi ripensamento. E questa, insieme al capitolo «cargo», è una delle condizioni «inaccettabili» per il Pdl. Ma il consenso di Fi, An e Lega sia considerato da Parigi necessario. Nonostante la dura presa di posizione di Berlusconi, non è comunque ancora detta l'ultima parola. Due infatti sono le anime che in questi giorni si stanno confrontando: da una parte il Carroccio e la «carica» dei lombardi, dall'altra Gianni Letta e Giulio Tremonti. Il consigliere politico del Cavaliere e l'ex ministro dell'Economia sarebbero infatti più inclini a favorire la chiusura della partita Alitalia (anche se Tremonti ha accolto con favore le dichiarazioni di Berlusconi). Evitando così al prossimo governo molte grane. L'unica richiesta che sarebbe arrivata, nel corso dei contatti di questi giorni, è di mettere in campo tutta l'accortezza possibile per gestire i rapporti con i sindacati e quindi di tutelare in particolare l'aspetto occupazionale. Quest'ultimo rappresenta un tema che sta molto a cuore anche alla sinistra della coalizione, che ne sarebbe tornata a parlare nel corso del Consiglio dei ministri di questa mattina. Di fronte al titolare dell'Economia che avrebbe richiamato i colleghi alla dura realtà, spiegando che non esistono alternative auspicabili alla privatizzazione di Alitalia, salvo il rischio di ritrovarsi con un commissario, i ministri non avrebbero nascosto i timori. Risultato: un confronto a Palazzo Chigi vivace, a tratti dai toni «accesi». Indiscutibile che il destino dei lavoratori sia uno tema sensibile e quindi non stupisce che sia anche stato al centro dell'incontro, avvenuto intorno all'ora di pranzo sempre a Palazzo Chigi, tra Spinetta, il presidente di Alitalia Maurizio Prato, il ministro Padoa-Schioppa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, e Prodi. Certo, non sarebbe stato l'unico: tra i capitolo affrontati anche quello delle tratte per la Cina e l'India, tagliate nel piano franco olandese. Tornado invece al capitolo esuberi, nel corso del colloquio, secondo quanto riferiscono fonti di governo, i francesi avrebbero rassicurato gli interlocutori spiegando che l'asticella fissata intorno a quota 2000 potrebbe scendere ancora, toccando una cifra decisamente più bassa. Il governo si sarebbe detto invece disponibile a intervenire sull'unico fronte di sua competenza, facendo il massimo possibile, quello degli ammortizzatori sociali.

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