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Laura Della Pasqua [email protected] Quando in un ...

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Bondi si misurò il girovita e dopo una rapida occhiata allo specchio, cadde in depressione. Lui, come molti altri nei piani alti del partito, sa che quando Berlusconi parla di look e di immagine equivale a quando dà la linea politica del partito. Anzi forse di più. Insomma non si scherza. Non per niente Ronaldo, appena arrivato nel Milan, la prima cosa che ha fatto è farsi crescere i capelli su diktat di Berlusconi che gli aveva detto: «Guarda che calvo non rendi in tv, non va». E, siccome «un neo arrivato deve ascoltare i consigli del presidente», ecco per lui un nuovo look. Se questo vale per il suo Milan figuriamoci per la «sua» Forza Italia. E per lui stesso. L'immagine è la sua «fantastica» ossessione. Che comincia proprio dai capelli e continua dalle giacche e dalle camicie. I principi che guidano le sue scelte sono due, declinati in modo più o meno accentuato a secondo delle occasioni e, perché no, dell'umore: apparire più giovane, scattante, vicino al suo elettorato di riferimento che è quello giovanile e al tempo stesso mostrarsi affidabile, serio ma non serioso, classico ma senza odore di naftalina. Il messaggio: seguitemi perché sono come voi, giovane e pimpante ma anche solido e serio. Questo spiega la virtuosistica evoluzione del suo abbigliamento. Più il tempo passa e più la ricerca del look giusto e accattivante, mediaticamente «correct», si fa scrupolosa. Nulla è affidato al caso perché da uomo televisivo, Berlusconi intuisce che l'immagine può arrivare a diventare parte di un programma politico. Ne è talmente convinto che, sull'esempio americano (in Italia è una rarità anche oggi) si dota di una personal stylist: Miti Simonetto è la sua responsabile immagine. Un ruolo al di sopra dei quadri del partito perché Miti è l'unica che può dire di no al Cavaliere. Le prime foto, al suo esordio in politica, ritraggono Berlusconi in doppiopetto blu con camicia bianca e cravatta a pallini di Marinella. Erano i tempi in cui D'Alema girava con anonimi vestiti grigi strazzonati e cravatte regimental, genere collezione della Upim. Come dire: vado di fretta, ci sono i compagni che aspettano di sentire il mio verbo. Il Cavaliere vuole porsi come l'homo novus. Impone il doppiopetto scuro: una giacca elegante e che sa di passato ma che comunica affidabilità e solido benessere. Berlusconi deve rassicurare, convincere che lui è quello giusto. Dopo tanto grigiore, è una ventata di novità. La stampa favoleggia sulle sue cravatte. Il negozio di Marinella a Napoli viene preso d'assalto. Il Cavaliere sa che quella giacca non può diventare la sua armatura. Lui vuole essere anche il «presidente della porta accanto». Come? Trasforma i vertici con i capi di Stato esteri in incontri tra vecchi amici. Eccolo nell'estate del '98, allora all'opposizione, sulla barca a largo di Porto Cervo mentre in bermuda bianchi discute di televisione con il magnate australiano Rupert Murdoch anche lui in versione casual. Casual vuol dire giovinezza e vicinanza alla gente. E Berlusconi ribadisce il suo essere «politico fuori dal coro». Riappare nel cuore dell'estate in calzoncini bianchi e polo per i giardini della sua villa con i suoi fedelissimi che arrancano dietro, perché se sei giovane non puoi non essere sportivo. Sale sulla nave Azzurra, altra sua invenzione nella pirotecnica campagna elettorale del 2000, e cappellino marinaro con il simbolo di Forza Italia in testa, si mescola tra le giovanissime marinarette azzurre. Questa volta non ha il doppiopetto, a che gli serve in mare?, ma un maglione leggero di cachemere blu e camicia senza cravatta. Il blu è il suo colore preferito, qualcuno deve avergli detto che snellisce e fa casual senza essere trasandato. Il passo successivo è nel segno di una disinvoltura crescente. Ora il maglione se lo butta sulle spalle e si rimbocca le maniche della camicia come per una gita fuori porta o per fare del guardinaggio. Invece stringe la mano al presidente spagnolo Aznar anche lui casual ma con una giacchetta che gli pende addosso e una camicia dal colletto troppo alto, nostalgico di una cravatta. Poi siccome «Paese che vai, gente che trovi» quando va in visita dal leader russo Putin si «traveste» da russo. Con un colbacco che gli scende sugli occhi, provvisto di morbidissimi para orecchi. È un omaggio alla Russia che la Russia ricambia con una accoglienza vivace e una stampa amica. Da quel momento Putin sarà sempre «il mio amico Putin». Potere di un cappello...! E quello che potè il colbaccio lo potè ancor di più la bandana. Quando Cherie Blair, moglie del premier britannico Tony Blair se lo trovò davanti con camicia slacciata per tre bottoni su petto abbronzato, fuori dai pantaloni e fazzoletto colorato in testa, le cronache dicono che abbia sgranato gli occhi reprimendo a stento un «Oh my God». È l'agosto del 2004 e i coniugi Blair sono ospiti per un incontro informale con Berlusconi a Villa Certosa. Ma di sicuro, stando ai pettegoli giornali britannici, non immaginavano che fosse così informale. Blair in sobria polo color crema sembra paradossalmente fuori luogo; di sicuro aveva sperato in una visita più sobria e sotto le righe. C'è chi subito maligna che il Cavaliere è reduce da un trapianto di capelli ed è stato costretto a coprirsi. Tutto quel parlare non è un disincentivo. Anzi Berlusconi ci prende gusto. La scorsa estate a una festa dell'amica Anna Betz in Sardegna, inaugura una camicia blu in sostituzione di quella bianca sulla quale mette in bella vista un pendente di cuoio corredato di smeraldi. È un assaggio di quella che sarà la vera rivoluzione del Cavaliere. Niente più cravatta, né camicia, né cappotto a sfidare la tramontana. A Roma, in un novembre gelido, Berlusconi ha mostrato di aver sotto la nuda pelle, l'unico senza canottiera o maglietta della salute. Si presenta con la giacca, uno strano maglioncino girocollo che gli scatena i malevoli giudizi di ordine anagrafico da parte di un arbiter elegantiarum come Beppe Modenese, e una ancor più strana sciarpa-foulard a pois. Diventa un classico. Al maglioncino girocollo alterna la camicia blu senza cravatta. Qualcuno ha da ridire? Lui si giustifica così: «Me lo ha consigliato mia figlia. Mi ha detto: se vai ai Circoli della Libertà mettiti in libertà». Il fatto è che ora ci si aspetta un'altra novità...

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