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Il luogo è quello giusto. La casa famiglia «Cometa» dei ...

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«Oggi è la giornata della famiglia che è il pilastro della società - esordisce - e noi faremo tutto il possibile per aiutare le famiglie italiane». Che tradotto significa: abolizione dell'Ici sulla prima casa, introduzione del quoziente famigliare, un buono locazione, interventi a favore dei bambini che nascono e il piano casa. Perché, spiega, «ogni padre di famiglia ha a cuore di lasciarne una ai propri figli». Ma il feeling tra il Cavaliere e l'opera dei fratelli Figini non è solo elettorale. Berlusconi è assolutamente entusiasta della visita. «Un'esperienza rigenerante - commenta -, che consiglierei di fare a molti altri». Un «esempio da seguire», prosegue, che racconta di una storia di «amore dove mamme e papà, fratelli e sorelle hanno deciso di aprire le porte di casa ad altri bambini e di accoglierli e curarli». Così, promette il Cavaliere, ho deciso di «iscrivermi di forza tra i sostenitori economici di questa iniziativa». Non solo, sentendo la vittoria in tasca, fa anche un passo più in là e assicura che il suo governo «stabilizzerà il 5 per mille per il volontariato». «Non ci si può non commuovere vedendo quanto è stato fatto qui e per questo vi faccio i più vivi e affettuosi complimenti - prosegue -. Complimenti a chi ha iniziato l'opera e a chi amorevolmente l'ha portata avanti». C'è feeling e non stupisce: sì, perché in comune i fratelli Figini e Berlusconi hanno un'importante figura di riferimento, Don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. C'è una piccola folla ad attendere il leader del Pdl nel giardino della villa. I ragazzi improvvisati in uomini da servizio d'ordine sono stupiti e un pò in difficoltà nel tentativo di evitare il caos. Ma alla fine, hanno la meglio. Al centro dell'attenzione infatti ci sono i bambini e il Cavaliere non vuole rubare la scena. Scherza con loro: «Grazie - dice - di accogliere un vecchio presidente. Ma il futuro è vostro, solo che io ho intenzione di abitarlo per un pò rendendolo più bello per tutti». Poi li «irretisce» definitivamente quando lancia un invito insperato: «Siete in gran parte milanisti - afferma tra gli schiamazzi - e questo vuol dire che siete stati educati molto bene, al buono, al bello, al giusto e io vi faccio un invito: verrà un pullman per portarvi a Milanello a pranzare con i giocatori; e poi faremo una partita dimostrativa solo per voi». La felicità è incontenibile. Torna serio, poi, Berlusconi e dice, rivolto agli adulti: «Avete un lavoro della Madonna da fare, ma certo che anche noi - aggiunge - se arriveremo al governo avremo il nostro "laurar de la Madona"». Questo non gli impedisce però di fare l'ultima promessa: «Tornerò presto, con Veronica e i miei figli, per una cena. Appena chiusa la partita della campagna elettorale».

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