Berlusconi lancia l'allarme brogli: "Serve un nostro esercito"
«Chise la sente - insiste il Cavaliere - di passare il sabato a confrontarsi con i rappresentanti di lista della sinistra si può mettere in lista per far parte dell'esercito dei difensori della libertà». Non è la prima volta che Berlusconi lancia un allarme simile. Anzi, praticamente lo ha fatto in tutte le tornate elettorali politiche. Stavolta però l'allarme ha un sapore diverso. Perché al Cavaliere bruciano ancora i 25mila voti di scarto del 2006 nel computo della Camera. E bruciano anche le sconfitte all'estero. Insomma, il leader del Pdl sente la vittoria sempre più vicina, scruta i sondaggi (oggi sula sua scrivania ne arriverà uno nuovo) e vede che il vantaggio non si riduce. L'unico vero problema gli può venire dal Senato per il quale ancora alcune regioni risultano in bilico. E per questo torna a far suonare la sirena: Bisogna «evitare il bis del 2006, quando la sinistra buttò fuori i nostri rappresentanti di lista, occorre armare un esercito in difesa della libertà». È una tranquilla domanica delle palme. Il Cavaliere evita accuratamente battute sull'attualità. Gli chiedono delle pensioni e non replica, aspetterà il pomeriggio per spiegare una frase del giorno prima. Gli chiedono di Alitalia: «Lasciamo stare, non è il momento» risponde garbatamente. Nessuna parola su Tibet o sul possibile boicottaggio delle Olimpiadi. La piazza si scalda quando attacca il Pd. Sulla sicurezza, per esempio: «Ci sono clandestini a iosa e troppi pochi soldi». E poi sui temi classici di questa campagna elettorale. Il malgoverno della sinistra. Che ha bloccato tutte le grandi opere ad eccezione del Mose di Venezia. L'energia. E poi i rifiuti, i rifiuti che stanno devastando l'immagine del Paese all'estero. Berlusconi confessa di non dormirci la notte: un milione di tonnellate di spazzatura. A tanto ammonta la «dote» del governo Prodi. Il Cavaliere lo sa infatti come vanno le cose in politica: «Un mese dopo che sarò a Palazzo Chigi - pronostica - quella spazzatura sarà tutta mia». Ergo, spiega, una soluzione va trovata. Come? Qualche giorno fa il Cavaliere, parlando con un gruppo di ebrei ospiti a Palazzo Grazioli, ha confessato che per la prima fase saranno ancora utilizzati i treni visto che prima che entri in funzione il termovalorizzatore di Acerra ce ne vorrà per un anno e oltre. I rifiuti, la Campania, una delle regioni a rischio e nella quale si assegna una bella fetta di senatori. Così il leader del Pdl si ricorda dell'avversario e lo attacca: «Se Veltroni fosse credibile e non lo è, lo voterei anche io». Così, dice, potrei finalmente godermi la vita. E invece, niente, gli toccherà prendere ancora una volta il Paese in mano e con umiltà governare. «Vi garantisco che supereremo le difficoltà», afferma cercando di mostrare un volto meno pessimista. Un Berlusconi che parla un linguaggio crudo, senza fronzoli quello in versione 2008. «Sono un vecchietto», si lascia scappare. Vecchietto sì, ma non troppo. Si corregge subito e racconta: «Questa mattina ho incontrato un compagno di scuola, che mi ha detto: "Ormai abbiamo un'età". Ma io gli ho risposto: "Parla per te"». E parte subito l'applauso con incoraggiamento incorporato: «Bravo, resta con noi», urlano dalla piazza. F. d. O.