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Air France non imbarca 1.600 lavoratori

Alitalia

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Aterra rimarranno circa 1.600 lavoratori. Un prezzo duro da pagare ma che garantisce un barlume di futuro ai restanti. Anche se la proposta economica fa venire un senso di sconforto agli azionisti e in generale a tutti gli italiani. Sì perché la legge del business non perdona. Alitalia non potrebbe continuare a vivere a lungo da sola. E chi compra approfitta delle debolezze altrui. Così il colosso franco-olandese ha proposto l'alleanza a prezzi di saldo. Con un un'offerta pubblica di scambio sul 100% delle azioni di Alitalia che prevede una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-Klm. Un'operazione che valuta un titolo italiano, che in Borsa solo tre giorni fa valeva 53 centesimi, meno di 10 centesimi (oggi per questo si aspetta il collasso del titolo a Piazza Affari). Tradotto significa che per la Francia, la compagnia che fu ambasciatrice del made in Italy nel mondo, vale 138,5 milioni di euro. Certo per tutta l'operazione, Parigi metterà sul piatto poco più di 1,7 miliardi di euro. Insieme allo scambio di azioni, infatti, Air France comprerà tutte le obbligazioni convertibili per 608 milioni e varerà un aumento di capitale di un miliardo. Ma il disappunto per la svendita di quel che resta di un gioiello c'è. Non si può fare altrimenti però. La cassa di via della Magliana langue. E per far fronte all'allungamento dei tempi il ministero dell'Economia deve concedere ad Alitalia una linea di credito da rimborsarsi subito dopo l'esecuzione dell'aumento di capitale. Resta una magra consolazione. Alitalia manterrà un ruolo autonomo, identità italiana e proprio marchio, logo e livrea. E tre ostacoli da superare. La riduzione di circa 1.600 lavoratori per i quali si farà ricorso tra l'altro agli ammortizzatori sociali. La cessazione entro il 2010 dell'attività cargo (trasporto merci). E il superamento del contenzioso con la Sea che gestisce Malpensa e che ha chiesto per l'abbandono dello scalo 1,2 miliardi di euro. Non sarà facile. Bossi (Lega Nord) lo ha fatto intendere: «Vinciamo le elezioni, poi vediamo».

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