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Napolitano al Csm: «Basta scarcerazioni facili»

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Napolitano ha scritto una lettera al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, preoccupato perché fatti del genere «minano il prestigio della magistratura e la fiducia che in essa ripone il cittadino». Pronta la risposta da Palazzo dei Marescialli: «Interverremo per evitare ritardi nel deposito delle sentenze», assicura Mancino. Parlando del clamore sui mezzi di informazione per il «gravissimo ritardo» nel deposito della motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Gela nel maggio del 2000, il Capo dello Stato precisa di non voler interferire sulle questioni deontologiche e disciplinari che spettano al Csm, ma riflette su un episodio che «non è infatti il primo nel quale il Consiglio si imbatte». Napolitano si dice persuaso che il Consiglio «saprà farsi carico di un così delicato problema». Mancino ringrazia il Presidente «per la premura istituzionale che da sempre mostra nel tutelare il prestigio della magistratura, senza tacere sulle disfunzioni che non mancano ma che non possono essere attribuite a quanti, fra i magistrati, e sono la maggioranza, "svolgono con professionalità e diligenza le loro delicate funzioni"». E sottolinea che il Comitato di Presidenza il 12 marzo ha incaricato la VI Commissione del Csm di proporre al plenum «una risoluzione di indirizzo per assicurare una vigilanza assidua e costante dei Capi degli uffici giudiziari, onde evitare ritardi, e per assumere le necessarie determinazioni procedurali in casi come quello di Gela». Il ministro della Giustizia Scotti indica la prevenzione come la strada da seguire. «Se i capi degli uffici hanno sotto controllo la situazione, si possono rendere conto dove ci sono difficoltà oggettive o invece sacche di inedia».

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