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«Faremo la giornata contro il comunismo»

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L'incontro è stato organizzato da un suo vecchio amico, ci sono un bel po' di imprenditori che contano, che possono spostare voti. Non è un caso che Berlusconi li veda: dopo la sortita di Ciarrapico, il capo del centrodestra ha fatto più incontri con gli ebrei e soprattutto con Alessandro Ruben, presidente della Anti-Defamation League in Italia. Berlusconi arriva con il suo consueto sorriso, prova a sciogliere il ghiaccio con una battuta: «Stanno entrando le telecamere, mettetevi bene». Poi chiede a tutti di uscire, giornalisti banditi, il fedele Gasparrotti, il regista personale, s'assicura che non ci sia nessun intruso. Quindi attacca a parlare, ricorda quello che ha fatto: «Ho garantito che con la vittoria elettorale che immagino sia prossima noi riprenderemo in Italia, ma anche in Europa, la nostra posizione di lotta contro l'antisemitismo. Vogliamo farlo attraverso un'azione educativa dei nostri ragazzi nelle scuole. Credo che questa sia la cosa che stava più a cuore a tutti e quindi vi do la mia massima garanzia. Credo di essere stato in Europa il premier che ha più difeso Israele nei consigli europei. Avrò messo il veto non so se cinque o sei volte a comunicati che facevano considerazioni nei confronti di Israele e ultimamente si era attaccato a me anche il presidente inglese». Poi affronta i temi di politica estera. Spiega che l'Europa deve riprendere la leadership perché gli Usa sono in crisi. Sembra non scommettere tanto su una vittoria di McCain e sottolinea: «L'America, anche perché siamo nell'ultimo periodo della presidenza repubblicana, vive un momento di difficoltà grave con il Sudamerica. Ha un momento di difficoltà l'Africa dove è sempre maggiore la presenza cinese». Certo, ammette che anche l'Europa è in crisi in Africa e si aprono spazi: «Dopo la dipartita del presidente Chirac, con Sarkozy ancora impegnato sul fronte interno, non c'è più l'influenza della Francia sull'Africa francofona». Racconta che il feeling con Putin, l'amico Putin, è finito: «Abbiamo rapporti difficili dell'Europa con la Federazione russa. Credo ci sia un rallentamento di simpatie con il presidente Putin e con tutta la Federazione. C'è un rapporto con la federazione russa che è da far cambiare da trasformare in una cordiale collaborazione». Il leader del Pdl torna sui rifiuti di Napoli per colpa dei quali «siamo nel momento di più bassa presenza dei valori dell'Italia sul piano internazionale». E rivela qualcosina di quel che pensa di fare una volta a Palazzo Chigi: «Mettiamoli su un treno, bruciarli non si può perché per fare i bruciatori occorrono 16 mesi quindi la soluzione immediata non può essere quella». Spazio alle domande. Berlusconi chiede se ci sono questioni. La prima è quasi un'arringa. Uno degli ospiti domanda come mai è così tenero con Veltroni. E il candidato premier del centrodestra: «Non sono di natura aggressivo, non ho mai pronunciato insolenze nei confronti degli avversari politici. Ho solo ricordato che il comunismo è una delle pagine più tragiche della storia». Quindi racconta una delle cose che pensa di fare una volta a Palazzo Chigi: «Quando saremo operativi trasformeremo il giorno della memoria in qualche cosa di più esteso con anche delle cose che riguardano delle scuole». Il comunismo gli fa venire in mente le Brigate Rosse. La legge Biagi. Sottolinea il Cav: «Le imprese assumono con facilità e le statistiche ci dicono che è il 50 per cento il numero di coloro che sono assunti con contratto a tempo determinato e poi diventa indeterminato». Poi ritorna sui temi storici: «Sulla scuola è un disastro, perché i nostri ragazzi non sanno cosa è stato il comunismo, sul fatto di Israele non c'è nessuna attenzione. Quando io leggo i testi che sono nelle scuole rabbrividisco. Qui c'è un lavoro da fare. Bisogna vincere le resistenze dell'apparato amministrativo, scolastico, universitario». Si lamenta di quanto sia difficile cambiare: «Da imprenditore soffro moltissimo il fatto di non poter agire perché da imprenditore di solito sto sveglio tutta la notte per prendere la decisione, ma poi la mattina dopo mi presento: "Ecco la soluzione". In politica questo non è possibile e io soffro tantissimo». Riforme, comunismo, cambiare: «Bisogna cambiare l'architettura istituzionale dello Stato - insiste Berlusconi -. Io combatto da sempre il comunismo che è la tragedia più grande. Io oggi rinuncio a tutto solo per il bene di un Paese che amo e per la libertà». Gli ebrei applaudono, gli danno fiducia, lui ricambia: «Sappiante che avrete un rappresentante in Parlamento (Ruben appunto, ndr) così potremo avere un collegamento più stretto». «Per le mie posizioni contro Hamas, l'ho fatta inserire io nella blacklist, ho ricevuto 39 minacce di morte e sono ancora nel mirino di queste persone. Il nostro governo continuerà a combattere l'antisemitismo in Italia e in Europa». E scatta la standing ovation.

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