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Rallenta la crescita, nel 2008 sarà dello 0,6%

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Romano Prodi e Padoa Schioppa

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«Dopoil buon andamento del biennio 2006-2007, l'economia italiana risentirà quest'anno del significativo peggioramento del quadro macroeconomico internazionale e dell'elevata incertezza che caratterizza lo scenario globale - si legge nel documento - La stima di aumento del pil per il 2008 è stata ridotta quindi allo 0,6%, in significativo calo rispetto alle previsioni precedenti (+1,5%), benchè a partire dal 2009 si preveda un miglioramento congiunturale che porterà ad una crescita annua media dell'1,5% nel triennio 2009-2011». L'inflazione, secondo l'indice Nic, è stimata in rialzo al 2,6-2,7 per cento medio nel 2008. Il rapporto deficit-pil è destinato a salire al 2,4 per cento. Il pil salirà all'1,2% nel 2009 e all'1,5 per cento nel 2010. Confermato l'obiettivo del pareggio strutturale nel 2011, mentre con una tantum e componente ciclica sarebbe ancora allo 0,2 per cento. Il rapporto debito-pil scenderà al 103 per cento nel 2008 e sotto il 100 per cento nel 2010, a 98,7 per cento. In base a queste stime, il dicastero di via XX Settembre tende a rassicurare gli italiani: il risanamento «è solido e destinato a durare - si legge nella relazione -l'Italia rimane saldamente in zona sicurezza». L'azione di risanamento dei conti pubblici portata avanti dal governo Prodi, infatti, avrebbe «natura strutturale e non transitoria». Per quanto riguarda l'avanzo primario scenderà al 2,6 per cento del pil nel 2008 dal 3,1 per cento del 2007, poi risalirà al 2,8 per cento nel 2009, al 3,1 per cento nel 2010 e al 3,4 per cento nel 2011. E, secondo Padoa, le «economie possibili» nella spesa primaria sono «sufficienti a percorrere il cammino che rimane verso il pareggio dei conti pubblici». «Questo cammino - spiega nell'introduzione della Ruef - significa recuperare, di qui al 2011, circa 2 punti di spesa primaria sul Pil (circa 30 miliardi, ndr); recuperare cioè, quelle lievitazioni che hanno rotto gli equilibri di bilancio nella legislatura precedente». Questo impegno, sul piano politico, «non è negoziabile in sede europea; la nostra stessa opinione pubblica giudicherebbe molto severamente una ricaduta nell'infrazione del Patto di Stabilità». Il ministro dell'Economia (beato lui!) guarda ai prossimi mesi «con ragionevole serenità». Perché? Per due «importanti» fattori. Il primo è - secondo Padoa Schioppa - che «le stime sono improntate a considerevole prudenza». Proprio per questo «la grande prudenza delle stime nel tendenziale fa ritenere che le sorprese nel corso dell'anno possono essere prevalentemente positive». Inoltre - spiega - «allo stato dei fatti il lieve aumento del deficit previsto per il 2008 appare di natura del tutto transitoria». Infine, per quantificare un eventuale «tesoretto» del 2008 bisognerà attendere giugno, perché «l'emergere di risorse aggiuntive è un fatto possibile, ma potrà essere accertato solo nei prossimi mesi con un'attenta lettura dei dati. L'occasione sarà l'elaborazione del bilancio di assestamento».

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