Berlusconi: "E' solo uno dei mille"

S'èstufato, l'ha detto chiaro attraversando a piedi la piazza per andare a inaugurare i suoi camper della libertà che faranno il giro d'Italia. «Basta, ha già smentito lui. E comunque è un candidato indipendente che non conterà niente nella politica del Ppe che è anticomunista, antifascista e antitotalitarista». Stop alle polemiche, dunque. Macchè, tutto il contrario. C'è ancora mezza giornata prima di smorzare i veleni. Del resto dichiarare a Repubblica che Fini è «uno sguattero» è una mossa azzardata. E nonostante Berlusconi faccia di tutto per parlare d'altro, la mattinata è «Ciarra-centrica». Il re delle acque diventa un'ossessione al punto che qualcuno lo vede entrare in un bar romano a piazza del Popolo. E in effetti nessuno ha avuto allucinazioni: è lì veramente. Lo fanno notare al Cavaliere: «È al bar? Bene, che ore sono? - chiede l'ex premier - Gli auguro buon aperitivo». Sembra finita. Ma si torna ancora sulle dichiarazioni fasciste. E all'ennesima provocazione Berlusconi sbotta: «Su Ciarrapico la sinistra è tornata quella di sempre. Si tratta solo di uno dei mille candidati del Pdl. Solo oggi vi ricordate che è fascista? Possibile che nessuno ricorda quando sembrava pendere più dall'altra parte e la sinistra voleva aprirgli la porta? Lo ricordate oggi, ma vi ha fatto comodo quando portava via i giornali da Berlusconi - continua il Cav - e li consegnava a Caracciolo. Vi ricordate che è fascista solo quando vi fa comodo». La protesta ora è vibrata, sale di tono. Berlusconi non ci sta a continuare con questa polemica. E attacca: «Allora, se è così, se dobbiamo per forza continuare, rimettiamoci a tirare fuori la storia dei comunisti», dice facendo notare che non avrebbe voluto sfogiare l'arma dell'anticomunismo per l'ennesima volta. «Se andate a vedere ce ne sono, eccome, anche nelle loro liste». Finalmente riesce ad arrivare sul camper della libertà. Si parla d'altro, per ora. Dell'impegno con gli italiani. Del problema degli stipendi, che sono «i più bassi d'Europa. Dobbiamo far costare di meno lo Stato, dimezzare i costi della politica». Si parla dei «brogli del 2006. Nei giorni scorsi ho verificato i verbali delle ultime elezioni - spiega alla gente - e c'è stato un numero terrificante di brogli al Sud». Questa volta voglio «dei difensori del voto». Infine, prima di andare via, descrive l'itinerario che seguiranno i camper (passeranno per 8.100 Comuni). Quindi se ne va col nodo Ciarrapico ancora da scioglere del tutto. La svolta arriva dopo pranzo, quando Giuseppe Ciarrapico si scusa, dopo aver smentito le dichiarazioni fasciste, anche con Fini: «Pur dissentendo da alcune posizioni di Gianfranco Fini lo rispetto come uomo e come politico». La notizia arriva come fosse manna dal cielo per il Pdl. Fini, con le parole dell'imprenditore, volta pagina. Berlusconi, invece, si toglie dall'imbarazzo e tira un sospiro di sollievo. Del resto l'insulto a Fini, riconosce il Cavaliere, se confermato lo avrebbe costretto a «tagliare» Ciarrapico: la sua presenza «sarebbe diventata impossibile». Così, a metà giornata, Berlusconi può tornare a lavorare sul Popolo della libertà e a ridere tra la folla di sostenitori. Il legame con Fini, ancora una volta, si è ricucito. Ciarrapico ha fatto un passo indietro. Il caso è chiuso.