Nicola Imberti n.imberti@iltempo.it Clemente Mastella ...
L'ex ministro della Giustizia, infatti, rinuncia anche alla possibilità di scendere in campo come «capolista indipendente» del Partito Socialista di Enrico Boselli. «Non voglio dare l'idea ostinata di rincorrere a tutti i costi il mandato parlamentare - spiega Mastella -. La politica e i miei valori possono trovare altri modi di espressione». Se ne va così uno dei principali punti di riferimento delle gerarchie ecclesiastiche e ora l'attenzione di Oltretevere è tutta puntata sulle liste delle altre forze politiche. Ma le premesse non sono buone. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, infatti, i candidati cattolici sembrano in difficoltà. Soprattutto nel Pd. Qualche settimana fa il segretario Veltroni, partecipando al convegno organizzato dagli ex Ppi della Margherita, incassato il no del fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, aveva calato due assi: il filosofo Mauro Ceruti e il conduttore televisivo Andrea Sarubbi. Ebbene, il primo non avrà problemi ad entrare in Parlamento (è numero due al Senato in Lombardia) mentre il secondo, con il suo nono posto alla Camera in Campania I, rischia di rimanere a bocca asciutta (nel 2006 l'Ulivo elesse 11 deputati ma aveva con sè la Sinistra Democratica di Mussi e, soprattutto, Ciriaco De Mita). E rischia pure Mimmo Lucà, coordinatore dei cristiano sociali (la componente cattolica degli ex Ds), al nono posto in Piemonte I. Tutt'altra musica nel Pdl dove le new entry cattoliche non dovrebbero avere problemi ad essere elette. Posti assicurati per la portavoce del Family Day Eugenia Roccella e per Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere, l'associazione di imprese nata dall'esperienza di Comunione e Liberazione. Senza dimenticare Roberto Formigoni, capolista per il Senato in Lombardia, con ottimi rapporti Oltretevere (anche lui è cresciuto dentro Cl). Non avrà problemi, poi, la pattuglia di coloro che, nel 2006, furono candidati dopo aver combattuto la battaglia in difesa della legge sulla fecondazione assistita. Nel Pd confermati, in posizioni blindate, l'ex presidente delle Acli Luigi Bobba (capolista in Piemonte II) e l'ex presidente del comitato Scienza & Vita per la legge 40 Paola Binetti (terza in Lombardia II). Tutti e due, però, vengono spostati dal Senato, dove nella scorsa legislatura crearono qualche problema alla risicata maggioranza dell'Unione, alla Camera. Rieletta sarà anche Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle Associazioni familiari, pure lei nel comitato Scienza & Vita, oggi nell'Udc di Pier Ferdinando Casini (si dice che, alle scorse politiche, la Cei la spinse verso il centrodestra per compensare la discesa in campo di Bobba e Binetti con l'Unione). E sempre i centristi, incassato il no del presidente del Movimento cristiano lavoratori Carlo Costalli, candideranno la principessa Alessandra Borghese giornalista amica dei Papi. E mentre si definiscono le ultime candidature, è già partita la gara a chi è più cattolico. «Per quanto riguarda noi cattolici impegnati nel Partito democratico - assicura Paola Binetti - il cardinal Bertone può star tranquillo». «Siamo scesi in campo proprio per tutelare i valori cattolici» ricorda il presidente della Rosa Bianca Savino Pezzotta. Mentre il leghista Roberto Calderoli annuncia: «Il prossimo 5 aprile tutti i nostri candidati verranno a Pontida per giurare di difendere la vita, sempre, dal momento del suo concepimento fino alla sua conclusione naturale».