Ma il Cavaliere teme i «Casini» degli elettori
«Non abbiamo ancora vinto, per questo adesso serve la massima attenzione», avverte. Quindi spiega: «Abbiamo effettuato dei sondaggi e da questi appare chiaro che il 30% degli elettori ancora non conosce il sistema elettorale». Quindi prende un foglio di carta e legge una nota, sono indicazioni sul voto. È una nota secca, asciutta con la quale si spiega che alla Camera c'è un premio di maggioranza nazionale e al Senato uno regionale. Alla Camera la partita è unica, al Senato se ne giocano venti diverse. Spiega materialmente come si vota. Legge lentamente quell'appunto tecnico che una sola finalità spiegata nelle ultime righe: «Le uniche due forze politiche che possono ottenere la maggioranza per governare sono il Pdl o il Pd». E poi c'è la chiusa: «Se si vuole impedire la vittoria del Pd, l'unica via efficace è votare Pdl. I voti per partiti minori sono inefficaci e dispersi, che fanno il gioco dell'altra parte politica». Insomma, senza mai citarlo Berlusconi teme Casini. O meglio, teme gli elettori di Casini. I sondaggi arrivati sulla sua scrivania nei giorni scorsi parlano chiaro: gli elettori fanno ancora molta confusione. Il Cavaliere ha spiegato ai suoi che «ancora molti elettori dell'Udc non hanno capito che votando per quel partito questa volta non votano per me». E soprattuto «non hanno ben chiaro - sono state ancora le parole del Cavaliere in privato - che rischiano di non darci un netto vantaggio al Senato a tutto vantaggio del Pd». Da qui le parole di ieri. Sottolinea Gaetano Quagliariello, esperto in materia elettorale del Cav tanto che per il suo conto sta seguendo il dossier Palazzo Madama: «L'Udc è ancora molto alta nei sondaggi e questo può crearci qualche problema ma non a mettere in discussione la vittoria». In che modo? È presto detto. L'Udc nei sondaggi è al 7% in Emilia Romagna, dove potrebbe giungere all'8 e conquistare un seggio sottraendolo al Pdl. Stesso discorso riguarda la Campania, dove però Berlusconi dovrebbe vincere. Il voto ai centristi potrebbe essere determinante in Liguria, Lazio e Sardegna, regioni nelle quali il Pdl è in vantaggio ma la vittoria non è sicura: i margini sono ancora molto stretti. Berlusconi tuttavia non ha citato l'Udc al Palalido perché vuol far passare il messaggio che anche il voto alla Sinistra Arcobaleno è inutile. Non a caso si è rivolto a coloro che non intendono mettere la croce sul Pd. L'estrema sinistra rischia infatti di sottrarre senatori al Pdl laddove vincerà Veltroni: è il caso della Toscana, dove sono in ballo altri due seggi. Ma anche in Lombardia, la coalizione di Bertinotti rischia di non far dilagare quella guidata da Berlusconi. Stavolta insomma, non essendoci solo due squadre a fronteggiarsi come accadde nel 2006, la partita si gioca a tutto campo. Tanto che il leader del centrodestra sta preparando nuove iniziative per andare a rubacchiare qualche voto anche all'estrema sinistra. Perché non basta vincere, bisogna avere anche una maggioranza. F.d.O.