La Brambilla diserta
lo show di Milano
La presidente dei Circoli di Libertà non c'era all'apertura della campagna elettorale del Pdl, quel partito di cui proprio lei s'è vantata in più circostanze di esserne avanguardia. Non c'era. Appena un mese fa, proprio a Milano, in quella piazza San Babila nella quale a novembre Berlusconi era salito sul predellino, la Brambilla aveva di fatto pre-inaugurato la stagione della conquista del voto. Stavolta non s'è fatta vedere. Eppure c'erano un po' delle giovani «berluscone» che avanzano. Come Mariastella Gelmini, la coordinatrice lombarda di Forza Italia. O come Laura Ravetto, l'avvocato-economista in ascesa tra gli azzurri. C'erano i nuovi alleati, Sergio De Gregorio e Lamberto Dini, che tra l'altro hanno preso lo stesso aereo che li ha portati nel capoluogo meneghino degnandosi appena di un saluto di circostanza. C'erano Stefania Craxi, Chiara Moroni e Ugo La Malfa. C'era Alessandra Mussolini, tornata a pieno titolo nell'ovile del centrodestra. Ma la Brambilla no. Nelle ultime settimane è stata vittima della vendetta interna della vecchia guardia di Forza Italia. L'ultimo sfregio è averla tolta dalle liste delle due regioni in cui è più forte, Lombardia e Veneto. Dicono, e siamo al gossip del gossip, che sia stato Giulio Tremonti a essersi opposto dal vedere il suo nome in lista affiancato a quello della «roscia». E dunque l'abbia fatta emigrare in Emilia Romagna, zona rossa. Ridotti e depennanti anche i nomi che la tenace Brambilla, pure elogiata di recente in pubblico dal Cavaliere, aveva avanzato. Veleni che arrivano a via dell'Umiltà. Dalla sede dei Circoli smentiscono tutto: la scelta di andare in Emilia è di Michela, ci teneva molto perché tra l'altro sua madre è emiliana. Avrà una sorta di capolistato visto che sarà numero tre dopo Berlusconi e Fini che saranno presenti in tutte le circoscrizioni. I posti per i Circoli in lista saranno ben dieci e non c'è stata alcuna cancellazione. Voci, sussurri e grida in una giornata nella quale si sono rincorse le indiscrezioni più strambe. Eppure sembrava la giornata dell'idillio. Paolo Bonaiuti e Andrea Ronchi, rispettivamente portavoce di Berlusconi e di An, seduti uno a fianco all'altro. L'arrivo di Luca Barbareschi, prossimo deputato, nella zona riservata ai vip. Una bella pattuglia di An guidata da La Russa, Bocchino e Muscardini mescolata con quelli di Forza Italia come Verro e Comincioli. C'è la vecchia guardia con Mirko Tremaglia e un po' della pattuglia dei giovani emergenti da Maurizio Lupi a Luigi Casero, da Antonio Palmieri a Beatrice Lorenzin. Non c'era l'intero vertice di Forza Italia. Da Tremonti a Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, passando per Claudio Scajola e Franco Frattini. Non s'è visto Denis Verdini. A quanto sembra la maggior parte di loro era impegnata a Roma a chiudere le liste. Le famigerate liste. F.d.O.