«Non salveranno altre vite»
Una campagna che considera ingiusta e strumentale. «Inasprendo le pene e basta - afferma - non si salvano vite. Vite preziose, che noi consideriamo il primo valore in azienda. Mentre invece - prosegue riferendosi alle misure che contemporaneamente stanno ottenendo l'ok del Consiglio dei ministri - si sta facendo largo, non si capisce perché con tanta fretta, un provvedimento centrato su un fortissimo inasprimento delle sanzioni e che dedica poco o nulla alla prevenzione», che insieme alla formazione «è l'unica strada per ridurre davvero i rischi». Da mesi - ricorda - Confindustria chiede di utilizzare quel miliardo e mezzo che sta nelle casse dell'Inail «per programmi diffusi, concreti, nelle imprese per la sicurezza». Ma «ci è stato detto di no». Con il decreto sicurezza quindi «non c'è chiarezza sulle regole», si fa «demagogia, si rende difficile l'attività delle imprese serie, ma si rischia di non salvare una vita in più, che noi imprenditori consideriamo il primo valore da tutelare». Per il numero uno di viale dell'Astronomia invece, occorrerebbero «più formazione, più prevenzione, più cultura della sicurezza».