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Basta indulti, il Cav apre nuove carceri

Carabinieri

Il Pdl combatte l'immigrazione clandestina, il Pd punta sulle nuove tecnologie

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Partito democratico e Popolo della libertà a confronto sul tema della sicurezza: il primo impegnato, sulla carta, a proteggere il territorio dalle influenze interne; il secondo concentrato, sulla carta, a tutelare la sicurezza dei cittadini da «pericoli esterni». È sulla lotta all'immigrazione clandestina che il Pdl decide di puntare. Vuole aprire nuovi centri di permanenza temporanea e contrastare l'enorme flusso degli irregolari, attraverso la collaborazione con altri governi europei e con i Paesi di origine e transito degli immigrati. L'Italia, del resto, è da anni in affanno per arginare l'insediamento in Patria dei clandestini. Per questo Berlusconi ha dato mandato ai suoi uomini di sviluppare un sistema di risanamento della sicurezza, confermando la legge Bossi-Fini e promuovendo l'entrata degli immigrati regolari - e lavoratori - provenienti da Paesi coi quali l'Italia ha già instaurato rapporti comuni di formazione professionale. Inoltre, dopo l'omicidio di Giovanni Reggiani, vuole restituire serenità agli italiani, «contrastando l'insediamento abusivo di nomadi e allontanando chi risulta privo di mezzi di sostentamento». Il Pd vuole governare l'immigrazione: interpreta il fenomeno come una opportunità. Il programma di Veltroni boccia la legge Bossi-Fini e calando le sue carte il segretario democratico promuove l'estensione della durata dei permessi di soggiorno. Studia un patto di cittadinanza, ma soprattutto vuole concedere il diritto di voto amministrativo agli stranieri che risiedono in Italia da più di cinque anni. Sulla lotta ai clandestini poche righe e la proposta di un programma che possa favorire il rimpatrio volontario, oltre all'approvazione del «Pacchetto sicurezza» che lo stesso Veltroni sta cercando di trasformare in legge dai primi giorni di ottobre. La protezione dei cittadini, così come è studiata dal maggiore partito del centrosinistra, vuole un'azione di riordino strutturale e organizzativo delle forze dell'ordine, l'estensione del «Patto per la sicurezza» a tutti i capoluogo di Provincia. Proponendo un «nuovo modello», vuole aumentare il numero degli agenti sulle strade. Un punto, questo, che sta a cuore anche al Cavaliere: «più risorse per la sicurezza» e «maggiore presenza di poliziotti e carabinieri di quartiere», si legge nel programma azzurro. E se è importante la tutela dei cittadini, lo è altrettanto quella delle forze dell'ordine: quindi aumento delle pene per i reati di violenza contro gli uomini in divisa. I due candidati premier sono d'accordo su molti punti: sulla lotta al terrorismo e alla mafia, certo, ma anche sull'incremento della protezione delle categorie più a rischio. Come le donne (Veltroni pensa a un piano d'azione contro la violenza femminile), oppure i minori (Berlusconi istituirà anche il Tribunale della famiglia, per garantire i diritti di tutti i componenti del nucleo). Pd e Pdl si stringono la mano parlano di un sistema che assicuri maggiore certezza della pena e processi più corti (Berlusconi prevede anche di aprire nuove carceri). Sull'apporto dei nuovi sistemi tecnologici alle esigenze di sicurezza, invece, è Veltroni a calare l'asso. Il Pd utilizzerà le reti senza fili a banda larga (Wi-Fi e WiMax) per consentire una maggiore possibilità di controllo del territorio nazionale in tempo reale. Il tema della sicurezza, secondo gli ultimi dati, risulta al secondo posto tra le priorità degli italiani e al primo posto tra quelle degli elettori del centrodestra. Pd e Pdl si giocano una porzione importante della sfida per la corsa a Palazzo Chigi.

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