«Sono scelte personali ma positive, anzi mi auguro che ci ...

L'occasione è stata la presentazione del decalogo della Confindustria con le priorità per il prossimo governo. Al primo punto gli industriali pongono la governabilità. Senza una riforma elettorale sarà difficile, per chiunque, poter governare il nostro Paese. Le proposte, ha detto Montezemolo, «non hanno colore politico, non sono nè di destra nè di sinistra. Questo è il nostro modo di stare in politica, fuori dai partiti». Fra le proposte al primo punto del decalogo, vi è la correzione e l'integrazione alla seconda parte della Costituzione, il superamento del bicameralismo perfetto, il rapporto fiduciario monocamerale, più poteri al premier a cominciare dalla proposta e dalla revoca dei ministri, la sfiducia costruttiva, una nuova legge elettorale che consenta di scegliere chi mandare in Parlamento e riduca il numero di deputati e senatori, una riforma dello Stato che preveda un vero Federalismo fiscale, l'abolizione progressiva delle Province, meno regole, meno tasse e meno Stato in Economia, liberalizzazioni e privatizzazioni a livello nazionale e nei servizi pubblici locali, privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti locali. Montezemolo ha sottolineato come si debba «dire la verità agli italiani, per quanto amara e spiacevole, anche durante la campagna elettorale. Non si devono alimentare attese e false speranze che poi vengono delusi, quando, giunti al governo, si fa l'ovvia scoperta che la realtà è ben diversa dai sogni contenuti nelle promesse. La popolazione italiana è perfettamente in grado di capire e sa reagire in modo deciso e impegnarsi come ha dimostrato tante volte nel passato». Il Federalismo fiscale, sostiene la Confindustria, è indispensabile per trasferire la responsabilità delle decisioni il più vicino possibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Il risanamento dei conti pubblici è il secondo punto del decalogo di Confindustria che chiede di anticipare al 2010 il pareggio del bilancio pubblico e la riduzione del debito pubblico, sotto il 100% del Pil, portare nel 2010 l'avanzo primario al 5% del Pil (dal 3,1% del 2007) e mantenerlo costante; elevare dal 2,5% al 3,5% del Pil la spesa pubblica per investimenti entro il 2010 e ridurre dal 39,6% al 37% del Pil entro il 2010, la spesa corrente primaria, risparmiando sulla spesa per il personale e sugli acquisti di beni e servizi. «Non è una passeggiata - ha commentato Montezemolo - ma il nuovo miracolo economico è possibile solo con impegno, sacrifici, riforme coraggiose. Senza decisivi, drastici e impopolari tagli strutturali alla spesa pubblica non sarà possibile rilanciare la crescita economica. Con i risparmi di spesa - ha aggiunto - vanno reperiti i 30 miliardi che mancano per azzerare il rapporto tra deficit e pil. Montezemolo poi chiede la riduzione delle imposte attraverso un taglio dell'Ires di 3,5 punti, l'eliminazione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile Irap, l'eliminazione delle addizionali regionali Irap, la diminuzione graduale della pressione fiscale.