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Walter rassicura i cattolici: ho convertito i Radicali

Pannella e Bonino

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Lo fa partecipando, in una sala troppo piccola per l'evento, alla prima assemblea dei catto-dem. Dopotutto, spiegano gli organizzatori, era un appuntamento organizzato da tempo, la sala era già stata prenotata e nessuno poteva immaginare che sarebbe finita così. Già, nessuno poteva immaginare che i Radicali di Emma Bonino sarebbero entrati nel Pd facendo irritare, e non poco, le gerarchie ecclesiastiche. Probabilmente anche lo stesso Veltroni ha sottovalutato il peso di quei nove posti promessi al partito di Marco Pannella. E ora gli tocca rimediare presentandosi ad un convegno in cui non era previsto, almeno sul programma. Il candidato premier arriva accompagnato da Giuseppe Fioroni e Dario Franceschini, cattolici tendenza ex Ppi e tra gli organizzatori dell'evento. I tre, si siedono in prima fila assieme ad un altro ex Ppi di spicco, il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti (tra i più contrari all'accordo con i Radicali). Sempre in prima fila, ma dal lato opposto, ci sono Mimmo Lucà (cattolico sociale, cioè tendenza Ds), Enzo Carra (cattolico tendenza teodem) e Antonello Soro (altro ex Ppi). Franco Marini (padre degli ex Ppi) arriva poco prima che Veltroni prenda la parola, gli altri sono sparsi qua e là, ma ci sono tutti. Certo, mancano Rosy Bindi e Franco Monaco (cattolici tendenza adulti), ma si tratta di assenze annunciate. Pure troppo. Ci sarebbero anche gli esponenti di quello che, normalmente, va sotto il nome di associazionismo cattolico. Su tutti il presidente delle Acli Andrea Olivero e il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Dovrebbero parlare alla fine, ma vengono cassati. Dopotutto la platea è qui per sentire Veltroni e il segretario non la delude. Anzi, per evitare sorprese, si è fatto scrivere il testo da Giorgio Tonini (uno dei fondatori dei Cristiano Sociali). Il risultato è un'ora di citazioni «cattolicamente corrette». Da Pietro Scoppola a Benedetto XVI, passando per Aldo Moro, Alcide De Gasperi e Beniamino Andreatta. Tutti utili per spiegare che il Pd è nato per «guardare alla storia del XXI° secolo e non al '900». Basta quindi con lo scontro laici-cattolici, con gli steccati l'identità che diventa «un muro precario dietro cui trincerarsi». Al contrario, il Partito Democratico punta ad una «laicità eticamente esigente, che sostituisca la cultura dell'aut-aut, con quella dell'et-et». Anche perché, continua Veltroni, valori come «la famiglia, i limiti che la scienza deve porsi interpellano tutti. Solo una visione superficiale può considerare queste sollecitazioni come interferenze o ingerenze». Certo, anche i cattolici devono fare la propria parte sostituendo la parola «difendere» con «promuovere», coniugando «identità e dialogo». L'esempio è quello della Costituente quando, tradizioni diverse, trovarono un punto di sintesi nel «principio ispiratore del primato della dignità della persona». Il Pd vuole ripartire da lì: «Una sintesi nuova e una funzione nazionale, questa è la nostra vocazione. La politica deve saper andare oltre ogni anacronistico steccato per costruire ponti». In fondo, spiega, anche i Radicali sono stati «coinvolti nella cultura del confronto propria del Pd. Abbiamo compiuto un'importante operazione di coinvolgimento nel nostro progetto di una forza che, se fosse andata da sola, sarebbe stata puramente identitaria e, allora sì, anche laicista». Per questo non servirà un «bilancino» per compensare la presenza di laici e cattolici. Perchè le parole d'ordine del Pd saranno dialogo e sintesi. La platea applaude. Paola Binetti lascia la sala e commenta: «Mi ha convinto speriamo riesca a contenere lo spirito laicista dei Radicali». Più che di pace, insomma, si tratta di un armistizio.

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