Berlusconi: "Di Pietro? Campione delle manette"
E il leader dell'Italia dei Valori replica a quello del Pdl sostenendo che usa la denigrazione nei suoi confronti perché ha paura di perdere. Un botta e risposta a distanza al calor bianco quello fra i due esponenti politici. A lanciare il sasso è il Cavaliere: «Io ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte», spiega Berlusconi nel corso del proramma «Radio anch'io», sottolineando che il leader dell'Idv è «il campione delle manette». L'alleanza dell'IdV con i democratici, per l'ex premier, «significa che c'è nel Pd una cultura giustizialista che non è venuta meno. Io - ha proseguito - ho una lista di nomi di persone che sono state da lui arrestate e alle quali è stata rovinata la vita e che poi sono state riconosciute innocenti, e ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte. Di Pietro è il campione delle manette». Berlusconi ha anche spiegato che «dopo il fallimento del governo Prodi», pensa che sia inutile fare campagna elettorale. «Non vedo come gli italiani possano avere ancora fiducia nelle capacità della sinistra - ha aggiunto - Se però gli italiani dovessero far vincere la sinistra e Veltroni, vorrà dire che se la sono cercata e se lo meritano». Per Di Pietro quelle di Berlusconi sono solo «contumelie», mosse dalla «paura per il risultato elettorale. Evidentemente Berlusconi - spiega l'ex pm di Milano ai cronisti alla Camera dei deputati - comincia a temere il risultato elettorale se impegna se stesso e quintali di inchiostro dei suoi giornali nella denigrazione dell'avversario, e per il solo fatto che in un'altra vita ho esercitato la funzione di pm facendo il mio dovere». Secondo Di Pietro, le affermazioni di Berlusconi «devono impegnare Veltroni e l'Idv a spingere sull'acceleratore del programma e delle candidature, perchè proprio così possiamo rispondere alle contumelie». E le manette? «Non esiste il partito delle manette - conclude- esiste un'autorità giudiziaria che è e deve restare indipendente, e in quanto tale deve applicare la giustizia mettendo le manette, se lo meritano, non solo ai poveri cristi ma anche ai potenti di Stato».