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Tuteliamo i cattolici anche senza l'Udc

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Qualcuno sul fronte avverso sostiene a scopo propagandistico che il nostro schieramento, avendo rotto l'alleanza con l'Udc, sia troppo schiacciato a destra ed abbia rinunciato a rappresentare il mondo cattolico. Non è così. Moltissimi sono gli esponenti provenienti da Forza Italia che rappresentano in maniera attiva ed incisiva quell'area: da Formigoni a Pisanu, da Scajola a Quagliariello. In Alleanza nazionale, poi, queste istanze sono chiaramente presenti e in tantissimi ne siamo convinti assertori, coniugando la difesa dei valori cattolici con una dimensione laica delle responsabilità della politica. Quando è stato al governo Berlusconi con il centrodestra, temi come i Dico o la legalizzazione della droga non hanno mai trovato spazio. La difesa della famiglia, sia sotto il profilo fiscale che morale, è stato un elemento prioritario. Durante il governo di centrodestra è stata varata la legge Fini-Giovanardi contro la droga per favorire la prevenzione e il recupero ed è nata la legge 40 sulla fecondazione assistita che in tantissimi abbiamo difeso in occasione del referendum. Quando ha governato il centrodestra, insomma, i valori e le istanze del mondo cattolico sono state tutelate, rappresentate, garantite, concretizzate in importanti scelte legislative. Il Popolo delle libertà ha, quindi, tutti i requisiti per essere il primo ed autentico garante di questa importante parte d'Italia. Il Partito democratico, invece, ha imbarcato i Radicali, le cui posizioni anticlericali sono ben note, connotandosi ancora di più in maniera negativa su temi quali l'aborto, il testamento biologico, il diritto alla vita. Ma non è solo il gruppo radicale a caratterizzare in tal senso il Pd. Al suo interno, molti esponenti post-comunisti hanno le stesse identiche posizioni di Emma Bonino & C. La cosiddetta pattuglia teodem è messa all'angolo, impossibilitata ad incidere. E perfino Rosy Bindi, che è la più spostata a sinistra degli esponenti di provenienza cattolica, manifesta il suo disagio in numerose interviste. Del resto il Pd è guidato da quel Romano Prodi che col suo governo sui Dico, sull'abolizione dell'8 per mille per la Chiesa e su tanti altri temi ha dimostrato di essere antagonista dei valori che il mondo cattolico considera prioritari. Si dirà: «Ci sono le presenze centriste». Ma sono divise e comunque, anche se trovassero una convergenza di necessità, non avrebbero la possibilità di mettere in campo una grande forza con i numeri per governare. Ecco perché ritengo che il mondo cattolico possa guardare alla grande lista del centrodestra con sicurezza e serenità. Non c'è soltanto la pur importantissima presenza di Eugenia Roccella, già portavoce del Family Day, a caratterizzare la nostra area. Sono tanti i parlamentari che hanno testimoniato in passato il loro impegno e saranno tanti i candidati che prima, durante e dopo la campagna elettorale potranno dire e fare cose concrete. Non eludendo le grandi questioni etiche che invece devono essere affrontate con una legislazione adeguata. A sinistra, invece, la deriva laicista prevale anche con candidature simbolo che hanno un significato inequivocabile. Non dobbiamo tirare né giacche né tonache. Ma mettere in primo piano contenuti chiari. E il Popolo delle libertà è l'unico saldo, forte e vincente riferimento per il mondo cattolico. Non ci sono più i partiti unici di riferimento. Ci sono presenze disseminate in varie aree. Ma in qualche caso, come in quello del Pd, sono ridotte a testimonianza minoritaria e soffocata. In altre, come nelle neoformazioni centriste, siamo in una dimensione che non riuscirà ad accogliere un consenso adeguato. Nel Pdl c'è invece la possibilità di dare uno sbocco governante a chi non guarda solo alla politica-politicante ma mette in primo piano le grandi questioni della vita e della persona.

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