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Fini alla conquista della "rossa" Bologna

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Tanto che alle ultime elezioni politiche Diesse e Margherita si sono intascati il 44,8 per cento delle preferenze, nella regione. E allora proprio lì, dalle parti della «rossa» Bologna, Alleanza nazionale ha deciso di andare a pescare nuovi amici. Con una strategia precisa e decisiva: presentarsi col «marchio» della Fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini. Così il numero uno di An e l'altra mente del progetto, Adolfo Urso, hanno fatto le valigie e l'altro giorno sono arrivati nella città emiliana per l'esordio della Fondazione. A cena hanno illustrato le finalità e i programmi del centrodestra, e annunciato la prossima apertura di una sede di Ferefuturo a Bologna. Insomma, stanno mettendo radici in terra «rossa». E non è un caso che alla cena molti dei neoassociati seduti a tavola erano personaggi di rilievo, che operano sul territorio emiliano. Da importanti costruttori a proprietari di marchi d'abbigliamento. C'era Catia Polidori presidente dei giovani Confapi, Antonio Berloni della omonima casa di cucine. Il costruttore Pizzarrotti, Daniele Furlanetto famoso produttore delle borse Furla. C'era Maurizio Campiversi, Gestone Bertozzini e Paolo Gerani del marchio d'abbigliamento Iceberg. Ma anche rappresentanti del mondo delle professioni e delle confederazioni. Alla stessa cena c'erano Lucio Strazzari presidente dell'ordine degli avvocati, Gianfranco Tommassoni dei commercialisti. La Fondazione non si è fatta mancare la presenza della principessa Hercolani e della duchessa Nicoletta Maresca. Poi ancora Paolo Galimberti numeron uno dei giovani Confcommercio, Paolo Sinigalla della Simod e Roberto Boscolo dell'omonimo gruppo. L'obiettivo è chiaro: An punta a strappare al centrosinistra le amministrazioni locali, riconquistare Palazzo d'Accursio e preparare il suo elettorato per il voto del 13 e 14 aprile. Un lavoro che nasce da lontano. Da Roma, quartier generale della Fondazione. Ma che prosegue a Milano e ultimamente a Padova. Ma Fini e Urso stanno lavorando su un po' tutto il Nord Est. La scorsa settimana la Fondazione ha toccato il Veneto. Il leader di An ha incontrato anche lì, territorio dove la Lega è molto forte, industriali, rappresentanti di Confindustria, Finmeccanica, Confagricoltura. Tutto questo perché i dati dicono che lì il Pdl può crescere. Lo dimostra il lavoro di Adolfo Urso nell'ultimo governo Berlusconi. Urso, all'epoca al ministero delle Attività produttive con delega al Commercio estero, ha tessuto ottimi contatti con l'imprenditoria del Nord Est. Un lavoro tornato utile alle elezioni del 2006. Quando An, nella circoscrizione Veneto 2, ha racimolato il 10,2% dei voti: 0,2 punti in meno della Lega. Stavolta la «rossa» Bologna rischia di essere un po' meno «rossa».

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