Pd senza cattolici
Abbastanza per scatenare una vera e propria rivolta, quella dei cattolici che rappresentano una parte importante del partito. Così, intervistata da Repubblica, la teodem Paola Binetti non usa giri di parole e conferma tutta la sua perplessità, lo smarrimento e la preoccupazione «per una scelta che, come cattolici, non possiamo capire». La senatrice punta il dito contro i Radicali «portatori di una cultura totalmente opposta a quella dei cattolici». «Dopo questa intesa - insiste - non possiamo non essere perplessi ed amareggiati. Anche perché a questo punto che fine farà l'equilibrio raggiunto tra le componenenti del Pd nel manifesto dei valori e nel programma?». Per questo, secondo Binetti, «i cattolici del nostro partito, che sono tanti, dovranno fare quadrato per difendere i loro valori stando sempre all'interno del Pd». Altra testata, altro anatema. Stavolta la Binetti, intervistata da Il Giornale, se la prende con Veronesi. «Chiunque si candidi con il Pd - spiega - deve rispettare la carta dei valori, il codice etico, il programma». Questo vale ovviamente anche per il famoso oncologo che, spiega, è «una medaglia a due facce. In lui c'è tanto dell'uomo di cura quanto dell'uomo che ha assunto posizioni in netto contrasto con la cultura cattolica». E se qualcuno lo proponesse come ministro della Salute? «È una posizione che non prendo nemmeno in considerazione». Ma Binetti non è sola. Anche il collega teodem Luigi Bobba fissa paletti e stoppa la candidatura del ginecologo esponente radicale Silvio Viale. «Chi sottoscrive un programma, chi si candida nel Pd - spiega - non può alzare altre bandiere, non può appartenere ad altri partiti. Né può violare deliberatamente, come è nel caso del dottor Silvio Viale, la legge. La sua candidatura è semplicemente improponibile, altrimenti il codice etico del Pd, da poco approvato, apparirebbe come carta straccia». Poi ricorda che «i cattolici nel Pd non sono né ospiti mal sopportati né componente marginale: sono una realtà decisiva per costruire un grande partito nazionale, un partito del Paese, un partito capace di rigenerare la democrazia». E mentre il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa invita i due senatori teodem a candidarsi nelle fila dell'Udc, anche il resto del mondo cattolico (quello fuori dai partiti) è in subbuglio. Per padre Bartolomeo Sorge, direttore di Aggiornamenti sociali «una cosa è che culture diverse si uniscano e trovino ciò che le unisce, altra cosa è imbarcare culture diverse che non condividono chiaramente i principi degli altri, solo perché si rischia di non avere il quorum. E questo mi sembra il caso dei Radicali, dei quali conosciamo bene la cultura politica e non vedo come si possa conciliare con la cultura del Pd». Critico anche il presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori Carlo Costalli: «L'accordo fra Pd e Radicali, oltre che la candidatura di Veronesi, scienziato favorevole all'eutanasia, determina nel Pd un ulteriore snaturamento e ridimensionamento dei valori cattolici». N. I.