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Sicurezza, è polemica

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Ineffetti si tratta di una decisione sorprendente, visto anche come è stato partorito il provvedimento. Il decreto venne deciso all'indomani dlel'omicidio di Giovanna Reggiani, la donna aggredita da un rumeno all'uscita dalla stazione di Tor di Quinto. Fu il sindaco di Roma in persona a chiedere espressamente di varare un provvedimento d'urgenza che prevedeva le espulsioni immediate anche per i cittadini comunitari. Il testo rischiò già di decadere a fine anno quando venne ritirato e ripresentato nel consiglio dei ministri di fine anno. Due giorni fa l'annuncio in aula alla Camera, il governo uscente ha rinunciato alla conversione in legge anche se ha fatto sapere che varerà un decreto legislativo probabilmente depotenziato. Protesta Alleanza nazionale: «Per la seconda volta il governo Prodi fa scadere il decreto sicurezza, rinunciando alla sua conversione in legge. Questo vuol dire nei fatti abbandonare perfino quelle misure blande, consistenti nel passaggio dal ministro al prefetto della competenza ad allontanare il comunitario che delinque» sostengono i parlamentari di An, Alfredo Mantovano e Gianni Alemanno. «Ciò vuol dire, sul piano più generale - aggiungono - dichiarare l'incapacità del Pd e della Sinistra, che siedono ancora insieme al Consiglio dei ministri, di fronteggiare ogni tipo di aggressione criminale». Rincara la dose Maurizio Gasparri, anche lui di An: «La rinuncia da parte del defunto governo Prodi al decreto bis sulla sicurezza dimostra che la sinistra non è in grado né oggi né mai di garantire la protezione dei cittadini. È stata organizzata una truffa mediatica condotta da Veltroni dopo l'omicidio della signora Reggiani che svanisce con il ritiro anche del secondo decreto del governo». Secondo l'esponente del partito di Fini «a Veltroni e Prodi della sicurezza degli italiani non importa nulla. Amato, Padoa Schioppa e Prodi con il consenso dell'ex sindaco di Roma hanno tagliato il bilancio del Viminale per un miliardo di euro. Hanno sospeso l'istituzione di poliziotti e carabinieri di quartiere. Hanno favorito l'immigrazione clandestina ed i rom in tutte le città. La rinuncia al decreto sicurezza è la firma a questa politica in favore della criminalità della compagine del Pd». «Il primo punto che realizzeremo dopo la nostra affermazione elettorale sarà quello di aumentare gli stanziamenti per il Viminale, polizia di prossimità in tutta Italia, inasprire le pene e ridurre i benefici per i criminali», conclude Gasparri. Il Pd prova a giustificarsi: «La mancata conversione del decreto sulla sicurezza è solo conseguenza della conclusione anticipata della legislatura» afferma Roberta Pinotti, responsabile sicurezza del Pd, che indica nel provvedimento presentato dal ministero dell'Interno «quanto di più completo si fosse mai prodotto sul fronte delle politiche della sicurezza, anche rispetto all'operato dei governi precedenti».

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