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Il primo lapidario commento è del Fondo monetario ...

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Il ministro vuole contrastare i brutti dati divulgati ieri sostenendo il potere d'acquisto e quindi i consumi interni. Ma a Bersani mancano ormai poche settimana prima della sua sostituzione. E stesso discorso vale per il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi. L'economista del Partito democratico ritiene necessario intervenire alla luce dei dati, ma probabilmente ci dovrà pensare il prossimo governo. È certo, invece, che l'esecutivo dimissionario non ha detto la verità sul futuro dell'Italia in termini di crescita. O almeno ha sbagliato i calcoli. Sicuramente non ha ottenuto buoni risultati, capitolando una nazione in fondo alle classifiche europee. E per ora le promesse di crescita del miglior collega di Walter Veltroni, Romano Prodi, non rimedieranno a niente. Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, spiega che rischiamo una «crescita infinitesimale, ma non la recessione». Il capo degli industriali indica il caro-petrolio come causa maggiore del flop-crescita, e aggiunge che il Belpaese quest'anno potrebbe rischiare di crescere anche del solo 0,3%. Forza Italia, intanto, guarda ai dati attuali. «Tutti quelli che emergono - dice il vicecoordinatore azzurro fabrizio Cicchitto - dimostrano che l'ultima Finanziaria, approvata a colpi di maggioranza e che si basava su una crescita del Pil al doppio di quella prevista dalla Commissione europea, era falsa». Secondo Cicchitto, quindi, è un falso quello che dice Veltroni, e cioè che il governo di Prodi ha risanato l'economia. Anche il presidente degli eurodeputati di Forza Italia Antonio Tajani dice «che i dati suonano come l'ennesima condanna a Prodi, sostenuto dal Partito democratico. Ora occorre invertire la rotta», dice Tajani. Mario Baldassari, senatore di Alleanza nazionale, non si scompone nemmeno. «Per me non è certo una sorpresa - commenta - Già il 6 dicembre scorso il Centro studi economia reale aveva parlato di una crescita italiana allo 0,6% per il 2008. Bastava tenere conto già allora dell'evidente peggioramento dello scenario europeo e mondiale. Imperterrito, solo il governo Prodi-Padoa Schioppa ha mantenuto fino ad oggi le previsioni ufficiali all'1,5%. Il governo - conclude l'esponente di An - dovrebbe smetterla di prendere in giro gli italiani continuando a parlare di tesoretti e sgrazi fiscali da distribuire addirittura prima della scadenza elettorale». Gli uomini del centrodestra, vicini o alleati al Popolo della libertà, si scatenano contro il Professore. Daniele Capezzone spiega come le decisioni di Prodi-Visco-Tps abbia sfavorito la crescita, in favore di «una prima Finanziaria tutta incentrata sulle tasse». Secondo Capezzone «il guaio è stato poi completato con la seconda Finanziaria, che ha confermato le tasse dell'anno precedente, e ha addirittura aumentato la spesa pubblica». Il segretario della Dc per le Autonomie rincara la dose, «urlando» contro la politica delle tasse e della spesa. «La dimostrazione - dice Gianfranco Rotondi - è l'ennesimo schiaffo alla politica economica del centrosinistra da parte dell'Ue. Il famoso risanamento paventato non c'è, così come le cifre sventolate dalla sinistra non rispecchiano la reale condizione della nostra economia», conclude Rotondi. Dalla Lega, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli fa ironia sul fatto che «cresce il prezzo del petrolio, cresce il prezzo della benzina e crescono le bollette, ma non cresce il Pil dell'Italia che, dopo due anni di governo di centrosinistra, va a zero, come a zero sono state le tasche delle famiglie degli italiani». Infine c'è anche l'Ugl ad andare all'assalto del Professore. Anzi, la segretario Renata Polverini insiste sul fatto che in realtà l'allarme lanciato ieri dall'Unione europea arriva un po' tardi rispetto ai reali problemi dell'Italia. I sintomi erano evidenti già da tempo.

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