Catenaccio Berlusconi. Il Cav chiuso in casa, Fi in allarme

 Lofa in silenzio, dalla sua residenza romana di Palazzo Grazioli. Lo fa al telefono, o tra un incontro e l'altro con gli alleati del Popolo della libertà. La sua agenda è stata rivista e ricalibrata. Slittano le partecipazioni al Tg5 (era prevista martedì e si farà solo oggi) e a Matrix (da mercoledì a domani). Un solo appuntamento di incontri con la gente, sabato a Roma a una convention organizzata da Carlo Giovanardi e la sua componente del Pdl. Insomma, le uscite pubbliche sono state limitate al massimo. Mentre Veltroni invece va a palla, è già stato a due giorni in Abruzzo, una in Molise e presenzia la tv. «Calma. C'è tempo, c'è tempo». Ma dentro Forza Italia cominciano ad essere impazienti. C'è chi vorrebbe una campagna elettorale più pugnace. Più di attacco. Senza insulti ma più arrembante nei confronti dell'avversario. Capofila di questa scuola di pensiero è Fabrizio Cicchitto. Non sono da meno altri esponenti azzurri che hanno apertamente attaccato Veltroni negli ultimi giorni. Come Schifani, Napoli, La Loggia, Bertolini, Lorenzin, Biancofiore, Tomassini. Berlusconi traccheggia. Non vuole andare in tv per il momento perché altrimenti finirebbe solo per parlare della parte più antipatica, almeno all'estero: le alleanze, il caso Sicilia. Tutta roba che fa perdere voti, secondo il Cavaliere. «Sta studiando», assicura Mariastella Gelmini, una delle giovani emergenti maggiormente in sintonia con il leader. E aggiunge: «La campagna elettorale di Berlusconi avrà diversi elementi di vera innovazione. Ma non vi aspettate effetti speciali, no. Le parole d'ordine sono due: responsabilità e sobrietà». E che significa? Che si nasconde dietro il silenzio berlusconiano? Di solito il Cavaliere nei momenti cruciali decide da solo o in famiglia. Per la prima volta il leader del centrodestra si troverà ad affrontare una propaganda senza la madre, recentemente scomparsa. Tutte le altre volte però le iniziative più forti come la lettera agli italiani, il libro sulla sua storia, i manifesti sono state sempre concordate con il fratello Paolo. E non è un caso, dunque, che proprio Paolo Berlusconi ieri abbia fatto ingresso a Palazzo Grazioli. Dopo il primo confronto tv con Veltroni, anche se in differita (in due giorni diversi), il Cavaliere ha deciso di imporre un cambio. Sì è visto e rivisto nella sua uscita a Porta a Porta e, sebbene abbia fatto registrare un boom di ascolti vicino al 30%, il leader del Pdl ha deciso di imporre un cambio, distaccandosi il più possibile dallo sfidante. «Nei prossimi giorni parlerà solo di temi concreti, solo dei problemi della gente - insiste la Gelmini -. Salari, prezzi, aiuti a chi è in difficoltà». Berlusconi non nominerà Veltroni, non cercherà lo scontro diretto con l'altro candidato premier. Ma continuerà a mettere sul banco degli imputati Romano Prodi, il suo governo, il Partito democratico, il partito che ha avuto maggiore rappresentanza nello scorso esecutivo. I toni resteranno low profile. Per ora. Poi nell'ultimo mese, come i suoi elettori invocano, farà scorrere il sangue. Politicamente parlando, è ovvio. F. d. O.