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Accomunati dallo stesso rancore, dalla stessa rabbia verso ...

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Facendo capire che la loro sarà una campagna elettorale tutta incentrata sugli attacchi contro il leader del partito del Popolo della Libertà. «Non capisco le sue scelte — ha esordito il leader dell'Udc registrando il suo intervendo alla puntata di "Porta a Porta" di ieri sera — se Berlusconi perderà questa campagna elettorale non se la può prendere con me ma con se stesso: è paradossale e autolesionista che, nel momento in cui Veltroni sfonda al centro, la Cdl si radicalizza a destra». «È inutile evocare il Ppe quando nel Pdl c'è solo una forza aderente al popolarismo europeo — ha proseguito — Può darsi che questa decisione avrà un grande successo, tuttavia questo schiacciamento a destra mi sembra un errore capitale». E da Francesco Storace, leader de «la Destra» e candidato sindaco a Roma, in una nota scritta sul suo blog, è arrivato un attacco altrettanto duro. «La scelta spaccatutto di Berlusconi consegna anche la capitale alla sinistra. A Roma e ovunque la sinistra torna insieme. Mentre il Pdl candida Ferrara, che dice che vincerà Rutelli... Berlusconi e Fini si illudono. La loro superbia rischiano di pagarla molto cara, di fronte a un Veltroni in gran forma». Pier Ferdinando Casini, dopo aver registrato a Roma la puntata di «Porta a Porta» è volato a Taranto per incontrare i responsabili regionali del suo partito. Ma il refrain è rimasto lo stesso. «Io non vorrei più parlare delle fratture» è stato l'esordio. Ma subito dopo il pensiero è tornato all'odiato-amato Berlusconi. «Io voglio parlare del futuro, di una campagna elettorale che è iniziata con Veltroni e Berlusconi impegnati in un festival di promesse, di improbabili sgravi fiscali, di abbassamento delle tasse, gli stessi temi dagli altri candidati. Noi proporremo un discorso di responsabilità e di verità». «L'Italia — ha proseguito Casini — ha bisogno di scelte impopolari, ha bisogno di una politica che si assuma la sua responsabilità, ha bisogno di dire dei sì perché per troppo tempo sono stati detti solo dei no, e anche dei no quando per troppa facilità si sono detti dei sì. Ci impegniamo per la difesa dell'identità cristiana dell'Italia e la modernizzazione del nostro paese che significa liberalizzazione soprattutto dei servizi pubblici locali, che significa sì a un nuovo piano energetico nazionale che parta anche dal nucleare». «Questo è un punto importante — ha concluso Casini — perché le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Difendere il potere d'acquisto dei salari significa partire da queste cose. Vedo che si preferisce la strada vecchia, solita, stantia degli slogan e delle promesse. E allora siamo al festival delle promesse: chi ha più promesse da fare le faccia. Io a questo gioco non partecipo».

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