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«Mi ritiro». Applausi a Prodi

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L'inizio è stato incoraggiante. Appena il Professore è arrivato sul podio la platea lo ha accolto con una standing ovation. Poi si è ricomposta mentre Prodi cominciava a parlare. Chi non si è ricomposto sono stati fotografi e cineoperatori tanto che, dopo pochi minuti, il premier dimissionario li ha apostrofati con un secco: «Ora basta!» Quindi ha proseguito con l'elogio della pazienza di Alcide De Gasperi e, con questo tema come filo conduttore, ha tracciato un bilancio degli ultimi due anni di governo e di una buona parte del suo percorso politico. Prodi ha ostentato sicurezza: «Credo che la pazienza sarà una virtù necessaria, quando, dopo le elezioni, potremo tornare alla guida del Paese. Noi, Partito Democratico, siamo una forza che ha l'ambizione e le carte in regola per governare questo Paese». Qualche applauso fino a quando il Professore non ha ribadito la propria intenzione di non candidarsi: «Lo faccio perché ritengo di aver svolto già il mio compito. Lo faccio perché la buona politica esige il rinnovamento e per lasciarvi più liberi di svolgere il vostro compito». Anche se, ha subito aggiunto, «sarò nel nostro partito Democratico con voi e insieme a voi». A questo punto la platea è esplosa. Stessa scena un'ora più tardi. Sul palco il segretario del Pd Walter Veltroni. «Voglio ringraziare - dice - chi ha deciso, con un gesto che non ha tanti paragoni, di favorire l'innovazione delle liste. Mi riferisco in primo luogo al nostro Presidente del Consiglio: Romano Prodi». Cinque minuti di applausi. Insomma, l'annuncio della non ricandidatura del Professore, ha ricevuto un trattamente simile all'annuncio della discesa in campo di Anna Finocchiaro in Sicilia. E delle parole riservate, sempre da Veltroni, al futuro candidato sindaco di Roma, Francesco Rutelli («è la candidatura più autorevole per guidare questa meravigliosa città»). Sarà un caso o, forse, la platea dei delegati della Nuova Fiera di Roma voleva dire qualcosa.

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