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Ma Cuffaro spera ancora in don Raffae'

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Una fase di stallo, in sostanza, che difficilmente si sbloccherà prima di lunedì, giorno in cui, alle ore 12, si riunirà a Catania la direzione nazionale del Mpa per tirare le somme e arrivare a una soluzione. Insomma, in queste ore, in Sicilia i riflettori sono puntati su cifre e percentuali che il premio di maggioranza per il Senato (che è su base regionale) potrebbe produrre dal voto delle Politiche. E la posta in palio non è di poco conto. In gioco ci sarebbero 9 senatori in più per il centrodestra qualora la coalizione riuscisse ad accaparrarsi il «premio», ma che con una mossa sbagliata, invece, l'ex Cdl potrebbe lasciarlo nella mani del centrosinistra. Entriamo nei dettagli. Due attualmente le ipotesi di coalizione più probabili nello schieramento di centrodestra siciliano. La prima: un'unica lista tra il Mpa di Lombardo e l'Udc di Cuffaro (non si esclude anche l'ingresso dell'Udeur). Questa mossa favorirebbe Casini che s'è staccato dal Pdl, ma di certo non farebbe scattare il premio di maggioranza a Palazzo Madama a nessuna componente del centrodestra siciliano. Si stima che la netta spaccatura della Cdl porterebbe a Roma soltanto sei senatori (3 Pdl, 1,5 Udc, 1,5 Mpa). La seconda ipotesi, che è anche la più accreditata, farebbe ingoiare a Casini qualche boccone amaro. Si tratta di far ritirare la candidatura al Pdl di Micciché per far posto a quella di Lombardo. In questo modo, Pdl Udc e Mpa farebbe scattare un premio di maggioranza che alla fine porterebbe a Palazzo Madama ben 15 senatori. Di certo «l'Udc siciliana è tutta con Casini», ha ribadito il segretario regionale, Saverio Romano. «Il simbolo dell'Udc sarà presente nella scheda elettorale anche in Sicilia», ha precisato il segretario siciliano con lo scudocrociato, aggiungendo che «ci presentiamo dicendo che il centro c'è anche in Sicilia e vogliamo presentare una candidatura comune con l'Mpa, movimento con il quale abbiamo un accordo programmatico siglato l'estate scorsa». In questo modo, Romano esce fuori dalla corsa alla presidenza della Regione per l'Udc. «Ho fatto un passo indietro - ha concluso - per agevolare la candidatura di Lombardo, attendiamo una risposta che credo nelle prossime ore verrà. Siamo fiduciosi di potere andare insieme alle prossime elezioni». Nelle prossime ore, infatti, il leader del Mpa Lombardo incontrerà ancora una volta il Cavaliere, ma l'accordo con il partito di Casini e il rapporto di amicizia con Cuffaro rimane sacrosanto. Non a caso dicono i bene informati che «Lombardo è una persona perbene». Come dire che non abbandonerà l'Udc e Cuffaro. Quindi, sembra dissolversi nel nulla il ventilato accordo tra il Pdl e il Mpa per far sedere Micciché sulla poltrona di governatore della Sicilia. E se è vero, come la storia politica insegna, che la Sicilia continua ad essere sempre il tanto discusso laboratorio politico che produce la giusta linfa per dar vita ai governi nazionali, qualora no bastasse, questa sembrerebbe l'ennesima occasione.

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